L’antroposofia di Rudolf Steiner

L’Antroposofia di Rudolf Steiner

“Vuoi conoscere te stesso? Guarda nella vastità del mondo.

Vuoi conoscere il mondo? Guarda dentro te stesso .” (R. Steiner)

Premessa

Il movimento antroposofico, fondato da Rudolf Steiner (1861-1925) e particolarmente diffuso nei paesi di lingua tedesca, è sorto con l’intenzione di opporre al materialismo e al positivismo scientifico una visione di tipo mistico.

La parola antroposofia deriva dal greco anthropos (uomo) e sophia (sapienza).

Essa non va confusa con l’antropologia, che si riferisce allo studio empirico delle culture umane.

Secondo la definizione di Steiner l’antroposofia è la “scienza dello spirito” avente lo scopo di investigare e descrivere fenomeni spirituali per mezzo della “osservazione animica mediante metodo scientifico”. La ricerca antroposofica ambisce a raggiungere la stessa precisione e chiarezza dell’approccio scientifico delle scienze naturali nell’investigazione e descrizione del mondo fisico.

Partendo da una base esoterica di tradizione teosofica, l’antroposofia si è via via evoluta in una filosofia propria, diretta verso l’uomo e la sua salvezza, attraverso lo sviluppo fisico-spirituale.

Il lavoro iniziale puramente filosofico condusse Steiner dalla coscienza interiore del pensare a una crescente considerazione dell’esperienza spirituale: “l’antroposofia è una via di conoscenza che tende a congiungere lo spirituale che è nell’uomo con lo spirituale dell’universo”:

Vita di R. Steiner: cenni

R. Steiner nacque il 27/2/1861 a Kraljevic, presso la frontiera austro-ungarica (oggi Croazia), e morì il 30/3/1925 a Dornach in Svizzera.

All’età di sette anni ebbe una esperienza decisiva. Gli si avvicinarono le prime sottili impressioni di un mondo che non è quello terreno, che però si può ”udire” e “vedere” anche se con occhi e orecchi diversi da quelli “fisici”: si trattò, in buona sostanza, di un episodio in cui Steiner si accorse di avere doti di veggenza naturale e spontanea che, da quel momento, lo portarono ad essere in contatto con gli esseri spirituali celati dietro ad ogni forma vivente, che a lui si rivelava non su un piano fisico ma in uno “spazio animico interiore”.  Il piccolo sentì che simili cose non sarebbero state comprese dal suo ambiente e non ne fece parola ad alcuno.

Durante l’adolescenza fece un’altra scoperta entusiasmante, la geometria, che gli apparve come un simbolo di quel mondo spirituale la cui realtà era per lui altrettanto certa di quella del mondo fisico.

La sua visione del mondo spirituale come “realtà” trovava però ben poca accoglienza. Con una persona, però, Steiner poté finalmente parlare delle sue esperienze (si era nel 1879) ricevendone insegnamenti preziosi; fece la conoscenza di un modesto erborista, che però possedeva una sapienza interiore profonda che lo portava ad immergersi consapevolmente nei misteri della natura, di cui percepiva la spiritualità, con il quale fu possibile a Steiner parlare del mondo spirituale come con uno che aveva esperienza in proposito.

Steiner comunque non riusciva a trovare un ponte tra le scienze naturali, come venivano insegnate nelle università, e la visione spirituale che sperimentava nell’intimo della sua anima.

Per guadagnarsi da vivere  Steiner dava lezioni ai ragazzi.  Fra i suoi allievi c’era un ragazzo di dieci anni affetto da idrocefalia, molto arretrato nell’istruzione sapendo appena leggere e scrivere. Steiner si dedicò tutto alla sua educazione, ideando metodologie speciali che coinvolgevano globalmente il ragazzo a livello fisico, mentale e spirituale, e riuscì a portarlo alla normalità al punto che poté frequentare l’università e divenire medico.  Questa costituì per Steiner una fondamentale esperienza che gli servì di base per il suo sistema pedagogico che tendeva a un’armonica crescita del corpo, della mente e dello spirito.

L’altra esperienza fondamentale di quegli anni fu quella legata a Wolfgang Goethe; tramite il suo professore di letteratura ebbe occasione di conoscerlo ed apprezzarlo, sia come poeta che come scienziato. Crebbe in lui la convinzione che la scienza moderna, negatrice dello spirito, poteva solamente afferrare ciò che nella natura è morto, mai l’elemento vitale. Le concezioni di Goethe lo affascinavano, particolarmente quella relativa al rapporto fra il mondo della natura e quello dello spirito che, secondo Goethe, non sono separati ma collegati, e ciò corrispondeva al suo pensiero.

Nel 1885 ebbe l’incarico di curare l’edizione delle opere scientifiche di Goethe, il che gli dette la possibilità di approfondire notevolmente i suoi studi in questo campo. Per il lavoro all’archivio goethiano Steiner visse a Weimar dal 1890 al 1897, riuscendo nel frattempo a laurearsi in filosofia.

Mentre attendeva al lavoro editoriale, Steiner iniziò a pubblicare vari scritti che anticipavano le sue future idee ma che erano situabili all’interno del clima filosofico e scientifico della sua epoca. Il suo primo scritto fondamentale fu La filosofia della libertà (1894), in cui egli esprime le proprie concezioni filosofiche e fornisce i primi accenni all’antroposofia: il concetto di base del libro è che l’uomo è in grado attraverso il proprio pensiero puro, cioè svincolato da ogni condizionamento terreno, di conoscere le leggi che governano l’universo; riconoscendo e accettando queste leggi, l’uomo diviene libero interiormente e, agendo in armonia con esse, è libero anche nel proprio agire.

Lo sviluppo degli studi di Steiner lo condusse sempre di più verso la ricerca filosofica e spirituale. Questi studi interessarono soprattutto chi era già orientato verso idee di carattere spirituale e principalmente tra questi vi era la Società Teosofica[1]. Gli fu chiesto di dirigere la sezione tedesca di questo gruppo; Steiner accettò l’incarico alla condizione però di mantenere la propria libertà intellettuale e la propria impostazione di pensiero, la quale differiva da quella dei teosofi in particolare per il diverso peso dato all’esperienza cristiana rispetto a quella filosofica-religiosa dell’oriente. Per i teosofi quest’ultima era l’unica meritevole di essere presa in considerazione ed essi avevano ben poca sensibilità per la figura del Cristo, la cui manifestazione costituiva invece per Steiner l’evento centrale di tutta la storia dell’umanità. Per la maggior parte dei teosofi Gesù Cristo era una grande anima e un grande maestro, allo stesso modo di Confucio, Buddha, Lao-Tze ed altri; Steiner, che peraltro non negava valore alla tradizione orientale, riteneva dal canto suo che soltanto la tradizione occidentale cristiana potesse aiutare a risolvere i problemi del mondo occidentale, in particolare il materialismo, del quale la società era sempre più preda. Anche sul metodo Steiner aveva le sue idee, che intendeva fossero rispettate: niente rivelazioni su basi occulte, ma sperimentazione seria e concreta di tipo scientifico.

Il rapporto con la Società Teosofica, iniziato nel 1902, si interruppe nel 1913. L’occasione fu data dalla questione concernente Jiddu Krishnamurti: questi era un ragazzo indiano che l’allora presidente della Società Teosofica, Annie Besant, intendeva presentare al mondo come il Cristo reincarnato. Steiner si oppose fermamente,  considerando tale accostamento destituito di ogni fondamento (come, del resto, fece lo stesso Krishnamurti quando divenne adulto). Si trattò soltanto di un  episodio finale, in quanto la separazione era già in atto da tempo a causa delle differenze filosofiche sopra accennate.

Da allora in poi Steiner si dedicò interamente al suo movimento antroposofico (nel 1912 venne fondata la Società Antroposofica). Steiner aveva ormai raggiunto una considerevole statura come maestro spirituale: affermava di avere diretta esperienza della cronaca dell’Akasha, una cronaca spirituale della preistoria, della storia e del futuro del mondo codificata nel piano eterico dell’essere.[2]

Venne data espressione anche ad aspetti dell’antroposofia che fino a quel momento erano rimasti in ombra,in particolare l’impulso artistico.[3] Per rappresentare alcuni misteri drammatici scritti dallo stesso Steiner e per svolgere attività artistiche, culturali e sociali fu costruito un grande centro culturale, chiamato Goetheanum in omaggio a Goethe, a Dornach presso Basilea, in Svizzera, negli anni 1913-1915, dove venne fissata anche la sede della Società Antroposofica e della “Libera Università di Scienza dello Spirito” (fondata nel 1923).[4]

Dopo la prima guerra mondiale il movimento antroposofico entrò nella fase di attuazione pratica: a Dornach vennero tenuti corsi su problemi scientifici, medici, artistici, pedagogici, religiosi ed economico-sociali; sorsero scuole, centri per disabili, aziende agricole biodinamiche e cliniche mediche, tutte ispirate dalla ricerca antroposofica; venne costituita la Fondazione Waldorf, l’iniziativa pedagogica di maggior successo.

Steiner morì nel 1925, ma l’attività antroposofica continuò in tutti i paesi che egli aveva raggiunto durante la sua vita, espandendosi in molti altri. Seminari, gruppi di formazione artistica e istituzioni come scuole, aziende agricole e cliniche sono sorte in tutto il mondo, ispirate dall’idea che il lavoro spirituale può essere condotto sistematicamente e metodicamente su base scientifica in armonia con gli impegni esteriori.

Antroposofia: descrizione

R. Steiner ha lasciato quattro libri fondamentali (“La filosofia della libertà” – 1894, “Teosofia” – 1904, “L’iniziazione” – 1904/1905 e “La scienza occulta” – 1910) oltre ai resoconti di innumerevoli conferenze.

Il principio ispiratore di tutto il suo pensiero è racchiuso in queste parole: “La nostra epoca non deve partorire nuovamente una saggezza antica, ma una saggezza nuova in grado non soltanto di risalire al passato, ma anche di agire come una profezia, come un’apocalisse, verso il futuro”:

In Steiner c’era l’incrollabile convincimento della realtà dei mondi spirituali, realtà che per lui era esperienza diretta; egli riteneva che il mondo spirituale fosse altrettanto percepibile quanto il mondo che si manifesta ai nostri sensi. Egli dedicò tutta la sua vita al fine di trovare nuovi metodi per lo studio dell’anima su base scientifica. Partendo dal presupposto che esista un mondo soprasensibile, egli indagò gli aspetti non materiali dell’uomo con lo stesso processo  di elaborazione pensante che porta alla conoscenza scientifica, senza cedere però nello spiritismo. Ciò ha significato riadattare alcuni principi al fine di poterli utilizzare in un campo non sensoriale-percettivo.

Per l’antroposofia applicare il metodo scientifico allo studio dell’anima vuol dire far sì che ogni evento della propria vita possa essere seguito in modo cosciente in ogni sua tappa e possa essere ripercorso.

Nelle sue opere Steiner descrive l’uomo visibile e quello invisibile, parla della guida spirituale dell’umanità, afferma che la morte è un passaggio dalla vita terrena a quella spirituale e presenta agli occidentali la dottrina orientale della reincarnazione, che egli considera una necessità cosmica, un meccanismo di assoluta giustizia che dà la libertà di progredire o anche eventualmente di regredire.

Prendendo le mosse da Goethe, il cui Faust riesce alla fine a sfuggire a Mefistofele al quale aveva venduto l’anima e può salvarsi raggiungendo il Divino, Steiner indica all’uomo il modo per far emergere le proprie facoltà spirituali.

La soppressione di ogni forma di egoismo è premessa e base per una vita superiore; noi siamo immortali nella misura in cui facciamo morire in noi l’egoismo: esso è la parte mortale di noi.

La grande sete di conoscenza diresse Steiner verso alcune concezioni che non erano quelle delle confessioni religiose, il cui insegnamento ufficiale concerne un mondo dell’aldilà che  l’uomo non può raggiungere sviluppando le proprie forze spirituali. Ciò che la religione insegna, ciò che essa dà come legge morale, proviene da rivelazioni esterne all’uomo. A questo si opponeva la sua concezione dello spirito con l’affermazione che il mondo spirituale è altrettanto percebile quanto il mondo che si manifesta ai sensi; e vi si opponeva anche il suo principio di individualismo etico, per cui la morale non va ricevuta dall’esterno, sotto forma di legge, ma deriva dallo sviluppo dell’entità animico-spirituale dell’uomo, in cui vive un elemento divino.

L’antroposofia, benché apprezzi tutte le religioni e gli sviluppi culturali, mette in evidenza il pensiero esoterico occidentale (piuttosto che l’antico pensiero esoterico indù o buddhista) come il più appropriato per le necessità contemporanee, e percepisce Cristo e la sua missione sulla terra come aventi un posto particolarmente importante nell’evoluzione umana.

Steiner non riuscì a trovare il cristianesimo che cercava in nessuna delle confessioni esistenti, cosicché, dopo dure lotte animiche, dovette immergersi lui stesso nella realtà del cristianesimo, e precisamente in quel mondo dello spirito di cui il cristianesimo è l’espressione.

 Steiner si avvicinò al cristianesimo in maniera non dogmatica e confessionale: ciò che lo interessava era la figura del Cristo e il significato della sua morte. Gesù Cristo era per lui sì il personaggio storico che si era manifestato al mondo nascendo a Betlemme e morendo sul Golgota, ma anche un’entità eterna, un essere solare che gli antichi avevano adorato sotto nomi diversi – Osiride, Horus, Apollo ecc. – e che si era fatto redentore dell’umanità per sempre.  Cristo e la sua missione sulla terra non sono visti nello stesso modo della corrente principale delle Chiese cristiane. Steiner metteva in evidenza che l’essere che si manifesta nel cristianesimo si manifesta anche in tutte le fedi e religioni; è l’essere che unifica tutte le religioni, e non una particolare fede religiosa, che Steiner vide come la forza centrale nell’evoluzione umana.

Il cristianesimo di Steiner è anche diverso da quello degli gnostici, che vedevano il fenomeno Cristo tramite la conoscenza ottenuta attraverso il primo gnosticismo, mentre l’incarnazione del Cristo di Steiner fu una realtà storica e un punto unico e fondamentale della storia umana. Steiner fa di Cristo un “principio”, un impulso cosmico, che continua a tenere in moto l’evoluzione. Secondo lui si tratterebbe dell’impulso all’autoredenzione, all’avanzamento del processo evolutivo attraverso le incarnazioni e la somma di buone opere.

L’uomo, la cui origine è il macrocosmo, dopo l’esistenza fisica, attraverso la morte, entra di nuovo in un’esistenza macrocosmica. Quello che noi vediamo in misura limitata in ogni uomo ci viene incontro a grandi dimensioni nel rappresentante dello spirito del cosmo, Gesù Cristo. E questo impulso dato da Cristo poté essere dato soltanto una volta, perché non si ripresenterà mai più la costellazione che si manifestò a quel tempo. Questa costellazione dovette agire attraverso un corpo umano per poter trasmettere l’impulso alla terra; e come questa costellazione non si presenterà una seconda volta, così Cristo si è incarnato una volta sola e non apparirà di nuovo sulla terra.

Fondamentali per la comprensione del pensiero di Steiner sono anche le conferenze tenute sui Vangeli. Egli mostra come i Vangeli non volessero esporre una biografia nel senso comune del termine; egli fece vedere che in essi il Cristo viene descritto come un essere divino che, dopo aver vissuto nel corpo di Gesù, impresse all’evoluzione non solo dell’umanità, ma della terra e del cosmo intero, un nuovo grandioso impulso. Da allora una potente forza spirituale-cosmica agisce sulla terra ed egli, il Risorto, è per sempre unito alla sfera terrestre (“…io sarò con voi tutti i giorni…”).

Steiner fa inoltre vedere che i Vangeli solo apparentemente espongono le opere del Cristo come fatti che hanno avuto luogo sul piano terrestre; in realtà essi additano eventi che furono naturali e soprannaturali nello stesso tempo, e con ciò fu gettata una nuova luce su molti “miracoli”.

Comunque l’antroposofia, per la sua stessa essenza, non interviene mai in alcuna confessione religiosa: essa non è  e non vuole essere una confessione religiosa, e neppure tende a trasformare l’uomo in rapporto alla sua religione. Le diverse confessioni possono convivere serenamente e tendere alla conoscenza dei fatti spirituali nella più completa armonia.

Nell’opera Teosofia (da intendersi nel significato etimologico di “sapienza divina”), dedicata a Giordano Bruno, Steiner espone compiutamente le idee di base dell’antroposofia. In essa Steiner descrive la natura soprasensibile dell’uomo e i suoi legami con il mondo dello spirito. L’autore non vi fa altro appello al lettore se non quello di servirsi della propria cosciente facoltà di percezione e di esercitare il proprio pensiero libero da pregiudizi.

In questo volume Steiner parla della tripartizione dell’uomo: egli (l’uomo) si rende conto di essere unito al mondo in maniera triplice.

Il primo modo è qualcosa che egli si ritrova nascendo e che deve accettare come un dato di fatto; attraverso il secondo modo egli si appropria del mondo, lo rende qualcosa di importante per lui; il terzo modo è da lui considerato come una meta verso la quale deve tendere incessantemente.

Ne deriva che l’uomo reca in sé tre aspetti, che vengono indicati con le tre parole:

-          corpo: si intende ciò con cui si rivelano all’uomo le cose del mondo circostante;

-          anima: si intende ciò attraverso cui l’uomo collega le cose al proprio essere, ricavandone impressioni e sensazioni;

-          spirito: si intende ciò che viene rivelato all’uomo quando egli considera le cose come “essere simile a Dio”, per usare l’espressione di Goethe (gli si rivela ciò che le cose stesse custodiscono in sé).

In questo senso l’uomo consiste di corpo, anima e spirito. L’uomo, afferma Steiner, “è cittadino di tre mondi: con il corpo appartiene al mondo che percepisce attraverso il corpo stesso, con l’anima si costruisce il proprio mondo, attraverso lo spirito gli si rivela un mondo superiore agli altri due”.

Questa visione  antroposofica dell’uomo viene integrata e ampliata in relazione all’educazione dei fanciulli. Al riguardo vengono riconosciuti nell’uomo quattro elementi:

-          il corpo fisico, in comune con il regno minerale;

-          il corpo eterico, in comune con le piante e gli animali: è quello della forza vitale (crescita, riproduzione ecc.);

-          il corpo astrale, in comune con gli animali: è quello delle sensazioni (portatore delle sensazioni: gioia, dolore, passioni ecc.);

-          il corpo dell’IO, di cui è portatore soltanto l’uomo.

L’IO è un mondo a sé, quello nel quale Dio comincia a manifestarsi dall’interno. Il corpo dell’IO è latore della superiore anima umana; in virtù di essa l’uomo è la corona della creazione terrestre. Non tutti gli esseri umani si trovano allo stesso grado di sviluppo dell’IO; il compito dell’IO consiste nel nobilitare e purificare gli altri corpi. Tutta l’evoluzione della civiltà umana si esprime in questo lavoro dell’IO sui corpi inferiori. Ciò che viene chiamato coscienza non è che il frutto del lavoro dell’IO sul corpo eterico.

Quando l’IO diventa così vigoroso da trasformare per forza propria il corpo astrale (delle sensazioni) viene chiamato sé spirituale. Quando, attraverso la forza del proprio IO, l’uomo diventa partecipe di un insegnamento superiore, egli trasforma il corpo eterico (vitale) in spirito vitale. Elevandosi ancora di più, l’uomo può agire anche sul corpo fisico trasformandolo in uomo-spirito.

L’antroposofia attribuisce i seguenti nomi a questi corpi trasformati: il corpo astrale trasformato dall’IO si chiama anima senziente, il corpo eterico anima razionale, il corpo fisico anima cosciente.

E’ intorno ai quattro elementi sopra descritti che viene svolto il lavoro degli educatori dal punto di vista della scienza dello spirito.

Steiner parla inoltre di reincarnazione e karma.

Lo spirito umano ha bisogno per la sua evoluzione e porta con sé, in ogni incarnazione, i frutti delle vite precedenti. L’anima vive nel presente, ma tale vita non è indipendente dalle vite precedenti. Lo spirito che si incarna reca infatti in sé, dalle incarnazioni precedenti, il suo destino, che determina la vita. Il corpo soggiace alle leggi dell’ereditarietà, l’anima al destino che essa stessa si è creata. Il destino che l’uomo si è creato viene chiamato karma. Lo spirito soggiace alla legge della reincarnazione…lo spirito è immortale.

Steiner non vede contrasto tra la sua fede in Cristo e la sua adesione alla dottrina della reincarnazione, in quanto per lui il ripetersi delle vite terrene è un fatto scientifico-spirituale (anche se nella Bibbia non si trova nulla in proposito).

Nella reincarnazione abbiamo l’immagine della triplice essenza dell’uomo (corpo, anima e spirito). Ad ogni nuova incarnazione l’uomo si trova in un organismo fisico sottoposto alle leggi naturali ed è il medesimo spirito umano; come tale, egli è l’elemento eterno delle molte incarnazioni. Corpo e spirito stanno uno di fronte all’altro; fra i due deve trovarsi un terzo elemento: l’anima. Essa conserva gli effetti delle azioni compiute nelle vite precedenti e fa sì che lo spirito che si presenta in una nuova incarnazione sia lo stesso di quella precedente, però influenzato dalle vite trascorse. In questo modo corpo, anima e spirito sono collegati fra loro. Lo spirito è eterno, il corpo è mortale, l’anima periodicamente li ricongiunge, intessendo il destino con il materiale delle azioni.

Il karma non deve essere considerato come un destino non influenzabile dall’uomo, come una fatalità: esso è invece perfettamente compatibile con la libertà e la volontà individuali. Il karma porta la certezza che nessuna azione, nessun evento umano rimane senza effetto o si compie nel mondo all’infuori di ogni legge, ma anzi si adegua ad una legge di giustizia, di compensazione. Se non esistesse il karma, nel mondo regnerebbe l’arbitrio. L’azione dell’uomo è  libera, ma il suo effetto è soggetto a leggi fisse.

Nel libro L’iniziazione – Come si consegue la conoscenza dei mondi superiori viene descritto il metodo con cui si possono raggiungere i medesimi risultati conseguiti da Steiner nel corso della sua vita.

Il libro si apre con queste parole: “Esistono in ogni uomo facoltà latenti per mezzo delle quali egli può conquistarsi conoscenze dei mondi superiori”. Scrivere una frase di questo genere significa rompere una tradizione antichissima in base alla quale il sapere occulto, le conoscenze superiori, possono essere fatti propri soltanto dagli adepti di cerchie esoteriche chiuse.

Per pervenire alla conoscenza dei mondi superiori è necessario prima di tutto prepararsi interiormente, purificarsi, rendersi degni di acquisizioni di questo genere. Steiner indica quale debba essere l’atteggiamento interiore necessario:

- per ogni passo che si cerca di fare nella conoscenza delle verità occulte ne devono essere fatti tre nel perfezionamento del carattere verso il bene;

- gli uomini che veramente sanno sono i più modesti e lungi da loro è il desiderio di ciò che è chiamato potere;

- si può ascendere alle vette dello spirito soltanto attraverso la porta dell’umiltà;

- ogni pregiudizio deve essere abbandonato;

- dirigi ogni azione, ogni parola in modo che per opera tua non venga recata offesa alla libera volontà di alcuno;

- i sentimenti costituiscono per l’anima ciò che per il corpo sono le sostanze nutritive…per l’anima la venerazione, il rispetto, la devozione sono sostanze nutritive che la rendono sana, forte, soprattutto per l’attività conoscitiva;

- cerca momenti di calma interiore e impara in questi momenti a distinguere l’essenziale dal non essenziale;

- la meditazione  è il mezzo per giungere alla conoscenza soprasensibile;

- ogni conoscenza ricercata al solo fine di arricchire il proprio sapere e di accumulare ricchezze fa deviare dalla strada; ogni conoscenza ricercata per maturare e nobilitarsi porta avanti di un passo;

- ogni idea che non diventa un ideale uccide una forza dell’anima; ogni idea, invece, che diventa un ideale crea forze vitali;

- impara a non parlare delle tue visioni spirituali.

Le applicazioni dell’antroposofia

I principi dell’antroposofia, scienza dello spirito, hanno trovato applicazione in molteplici campi. Secondo le parole dello stesso Steiner, “l’antroposofia non vuole essere solo una dottrina orientata sulle necessità di vita e conoscenza degli uomini, ma anche una forza, di tipo spirituale, che può penetrare e far fruttificare l’uomo in tutte le sue capacità. In questo modo la vita antroposofica è un fattore operante nei diversi campi dell’esistenza umana”.

Si rimane colpiti dalla quantità di nozioni che Steiner aveva nei più diversi campi dello scibile, ad esempio in quello medico e farmaceutico, nozioni che non poteva certo aver acquisito con lo studio (aveva studiato prima ingegneria e poi filosofia) e che sono indubbiamente da ricondurre alle sue doti di intuizione e veggenza, di cui egli non parlò mai in maniera diretta.

Questione sociale.

In questo ambito Steiner elaborò il concetto di “tripartizione dell’organismo sociale”, con il quale intese una suddivisione netta tra interessi culturali, politici ed economici, suddivisione che a suo giudizio era necessaria per salvaguardare la dignità di ogni cittadino e i suoi diritti, per porre freno allo strapotere dello Stato e per favorire di conseguenza la pacifica convivenza.[5]

Per ognuno dei tre settori Steiner previde un’organizzazione a sé stante.

Libertà spirituale, uguaglianza di fronte alla legge e fraternità attiva nella vita pratica erano le ricette che Steiner suggeriva per la soluzione dei problemi sociali: progetti forse utopistici, ma estremamente avveniristici e positivi.

Al giorno d’oggi nel mondo vi è un certo numero di banche innovative, istituzioni caritatevoli e scuole per sviluppare nuove forme collaborative di lavoro, funzionanti in parte in base alle idee sociali di Steiner. Un esempio è la Fondazione Rudolf Steiner, costituita nel 1984, che fornisce “innovativi servizi finanziari caritatevoli”. La prima banca fondata sulle idee di Steiner è stata costituita in Germania nel 1974.

Pedagogia (le scuole Waldorf)

Come già visto in precedenza, Steiner trattò l’educazione del bambino dal punto di vista della scienza dello spirito. Egli mostrò come una giusta comprensione delle leggi che governano il divenire del fanciullo e dell’adolescente dovesse sfociare in una pedagogia completamente nuova.

Il piano di studi e il metodo da utilizzare furono concepiti per corrispondere, per quanto possibile, a necessità materiali e morali ben determinate che sorgono durante il divenire dell’essere umano. Fondamentalmente il compito dell’educatore è quello di aiutare il bambino, quale essere costituito da corpo, anima e spirito, a orientarsi nella vita.

Le scuole che si basano sui principi antroposofici si chiamano Waldorf dal nome della fabbrica tedesca di sigarette Waldorf-Astoria, il cui direttore dette a Steiner lo stimolo a definire la sua pedagogia incaricandolo di fondare una scuola aziendale.

Medicina

Si tratta di un ampliamento della scienza medica secondo le conoscenze dell’antroposofia, consistente fondamentalmente nel considerare, in base all’indagine soprasensibile, l’aspetto psichico e spirituale  del paziente nella diagnosi e nella terapia della sua malattia.

Per essere un vero medico nel senso antroposofico della parola bisogna, diceva Steiner, essere prima di tutto medico nel senso della medicina ufficiale; i suoi contributi avevano soltanto lo scopo di ampliare la medicina generalmente praticata, non di sostituirla.

Oltre ai suggerimenti di tipo medico, Steiner ne fornì anche molti di tipo farmacologico: indicò medicamenti erboristici da utilizzarsi per varie malattie. Sulla base di tali indicazioni è sorto, per esempio, il laboratorio Waleda AG in Germania.

Agricoltura

Steiner è stato l’iniziatore di quella che oggi viene chiamata agricoltura biodinamica, le cui coltivazioni si basano sulla conoscenza degli armonici ritmi naturali e dei processi vitali. La materia viene considerata animata, portatrice di poteri terreni e cosmici.

Euritmia

Secondo la definizione di Steiner, è l’arte plastica del movimento i cui mezzi espressivi sono costituiti da forme in movimento dell’organismo umano, sia in sé stesse che nello spazio, e anche da gruppi umani in movimento. Non si tratta di gesti mimici o movimenti di danza, ma di un autentico linguaggio o canto visibili. L’euritmia consiste prevalentemente dei movimenti creativi di braccia e mani; attraverso essa è possibile rappresentare in un linguaggio visibile un brano musicale o un testo recitato e declamato. Ogni linguaggio poetico è già una segreta euritmia; chi recita o declama deve trarre dalla poesia gli elementi pittorici, plastici e musicali che l’autore vi ha immesso.

L’euritmia si serve di tutto l’essere umano per esprimersi: è l’arte dell’equilibrio tra pensare, sentire e volere, le tre facoltà dell’anima umana. Ogni movimento deriva dall’organizzazione interiore dell’uomo. Tali movimenti non possono in alcun modo essere arbitrari, come non può esserlo il linguaggio. L’euritmia è quindi una vera e propria espressione della natura umana e può essere sviluppata soltanto attraverso un’autentica conoscenza dell’essere umano.

Nata dall’arte, l’euritmia può svilupparsi in due modi: come euritmia pedagogica, realizzando nel movimento la completa armonizzazione di corpo, anima e spirito; come euritmia terapeutica, modificando gesti e movimenti in modo che corrispondano alla malattia e alla natura della persona malata.

Conclusioni

Quello di Steiner appare un personaggio molto particolare e complesso, per certi aspetti inquietante. Indiscutibilmente però gli va riconosciuto il merito di aver indicato una via per trasformare sé stessi e di conseguenza il mondo circostante. Come sappiamo bene noi massoni, è infatti evidente che se non cambia la coscienza individuale, a poco potranno servire i mutamenti sociali e politici imposti dall’esterno: il cambiamento deve avvenire prima di tutto dentro di noi e poi da lì ripercuotersi all’esterno.

Steiner è stato un apostolo del cammino dinamico dell’uomo verso la sua meta autentica, cammino che può essere intrapreso solo consapevolmente e per iniziativa personale. Egli ha inteso far capire all’uomo che in lui esistono potenzialità e capacità di trasformazione ed elevazione, e che è quindi suo compito lavorare costantemente alla propria crescita e al proprio destino.

Steiner non volle mai passare per occultista e il suo scopo ultimo, come abbiamo più volte evidenziato, era quello di integrare la ricerca spirituale nella scienza. Egli può essere considerato, quindi, un grande iniziato del nostro tempo, teso a far percepire, attraverso un metodo il più possibile scientifico, la dimensione spirituale, cioè l’altra faccia della realtà, e ad affrontare conseguentemente quel rinnovamento interiore che tale conoscenza comporta.

Fr:.



[1] Teosofia: il termine deriva dal greco (theòs=Dio e sophia=saggezza, sapienza) e significa quindi “sapienza divina”. Oggi esso è legato soprattutto al movimento creato nel 1875 da H. P. Blavatsky, che cominciò a divulgare una dottrina spirituale che aveva come motto: “Non vi è religione più alta della verità” – una dottrina costituita dagli insegnamenti che stanno alla base di tutte le grandi religioni, che comprende la dottrina della reincarnazione e del “karma” e si propone di aiutare l’uomo a mettere in atto il suo ritorno all’Assoluto attraverso un cammino evolutivo stimolato dalle pratiche della meditazione e della contemplazione e dall’esercizio di virtù quali la giustizia, l’amore, la fratellanza, la vera sapienza. I suoi scopi, oggi come allora, sono i seguenti:

- formare un nucleo della Fratellanza Universale dell’umanità, senza distinzione di razza, credenza, sesso, casta e colore;

- incoraggiare lo studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze;

- indagare le leggi inesplicate della Natura e i poteri latenti dell’uomo.

La Società Teosofica ha sede a Adyar presso Madras in India.

[2] La cronaca dell’Akasha è  una misteriosa cronaca eterea, situabile in qualche luogo indefinito fra la terra e il cielo, che conterrebbe la descrizione di tutti gli avvenimenti passati, presenti e futuri. Si tratta di una memoria universale che ha le sue origini nell’induismo, nella quale colui che medita può penetrare tramite la fusione con il macrocosmo.

[3] Secondo Steiner l’arte è l’unica forma d’espressione che può parlare direttamente alla vita affettiva dell’uomo senza privarlo del suo libero giudizio.

[4] Questi gli scopi delle due istituzioni:

della Società Antroposofica, promuovere la ricerca in campo spirituale;

della Libera Università, la ricerca stessa.

Ogni dogmatismo in qualsiasi campo doveva essere escluso dalla Società Antroposofica.

[5] L’antroposofia ha anche il proprio concetto di storia: secondo Steiner la nostra epoca attuale cade nel periodo post-Atlantico, poiché nella sua visione il disastro che dice di aver colpito Atlantide nel 7227 a.C. fu un punto di svolta significativo nella vita dell’uomo. Questo periodo post-Atlantico è diviso in sette epoche, l’attuale essendo l’epoca Europeo-Americana che durerebbe, secondo Steiner, fino all’anno 3573 d. C.

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