Il Massone, chi è?
Uno degli ultimi libri che ho letto è stato “I Pilastri della terra” di Ken Follet.
La sua lettura è stata accattivante; Follet tocca una dimensione epica, trasportando il lettore nell’Inghilterra medievale, al tempo della costruzione di una cattedrale di stile gotico.
La storia si sviluppa lungo quarant’anni durante i quali l’intreccio di intrighi, tradimenti, guerre civili, carestie, conflitti religiosi, lotte per la successione al trono, segnano i destini e mettono continuamente in discussione la costruzione delle cattedrali.
Questa lettura, coinvolgendomi in un viaggio all’indietro nel tempo, mi ha fatto meditare su come dovesse essere la vita di un uomo in quel tempo lontano.
Già nel ‘500 grandi modificazioni geopolitiche, sociali e scientifiche erano nell’aria ed avrebbero portato, in breve, ad una grande rivoluzione nella conoscenza e nell’uomo.
Qual era il ruolo dell’uomo in quel periodo?
Il mondo, allora, era retto da monarchie assolute, non vi erano che sudditi completamente sottomessi al sovrano, solo i nobili godevano di qualche guarentigia; gli artisti erano ben accetti solo per rallegrarlo; gli uomini di pensiero erano liberi se non ponevano in discussione il potere la cui finalità era il tramandarsi, condiviso tra corona e chiesa.
Nonostante abbia conosciuto poco il mio “Nonno Massone” ricordo una sua frase abbastanza ricorrente: “I popoli sono stati sempre dominati o da guerrieri o da sacerdoti; i primi dominavano con la paura della morte, i secondi con la paura di ciò che c’è dopo”.
Accanto a questa realtà vi erano poi, piccoli gruppi di persone che si muovevano con una certa tranquillità grazie alla loro utilità ed alla scarsa penetrabilità delle loro conoscenze tecniche. Racchiusi in gruppi definiti “corporazioni di mestieri”, avevano regole comportamentali, deontologiche moderate, ma sostanziali ed universali, regole interne primarie ed assolutamente esclusive che consentivano loro di raggiungere risultati magnifici.
Le origini più antiche della Massoneria sono strettamente legate alle corporazioni di mestieri: dai “Collegia Artificum” dell’Antica Roma, ai “Maestri Com’acini” del Medioevo, alla “Accademia del Rinascimento”.
Secondo alcuni studiosi, proprio la Fratellanza dei Comacini, corporazione di famosi costruttori, diffusori dello stile romanico, avrebbe tramandato ai Massoni l’arte di edificare e, al tempo stesso, il vincolo della fratellanza.
L’Europa continentale è cosparsa di cattedrali gotiche, importanti per la loro maestosità e bellezza, chiaro documento della superiorità, in campo conoscitivo, dei loro “costruttori”.
Costruttori, matematici, filosofi che riuscivano ad affinare “l’arte del costruire” operando in un silenzio quasi mistico, sempre sostenuti dalla volontà di tentare maggiori arditezze e di raggiungere altezze più elevate.
Costruttori, matematici, filosofi… uomini veramente speciali!!!
Quindi la Massoneria Operativa fiorì dall’inizio della storia registrata attraverso il Medioevo ed il compimento della costruzione delle grandi cattedrali in Europa.
Alla fine di questa era, uomini che non erano artigiani, ma che avevano gli stessi ideali e le stesse aspirazioni, che avevano desiderio di arrivare alla conoscenza, furono ammessi ugualmente a far parte della Massoneria e, a mano a mano che i massoni non operativi diventavano la maggioranza, la massoneria diventava speculativa ed i suoi insegnamenti venivano indirizzati verso il lato morale ed etico dell’uomo.
Si dedicarono alla costruzione del tempio interiore dell’uomo, dove egli avrebbe dovuto custodire e coltivare tutti i suoi valori di riferimento.
Dai Massoni operatori anzi presero le regole comportamentali: gli “Old Charges”. Statuto corporativo redatto in Inghilterra tra il 1300 ed il 1400. Queste regole si chiamarono “Landmarks” pietre miliari, paletti usati per fissare il centro e gli angoli di un edificio prima della costruzione (fili fissi nella tecnica costruttiva moderna). Si dettero il nome di “moderni speculativi” e nel 1717, il 24 giugno, si codificarono con una precisa entità: “Massoneria Speculativa Moderna”.
Da allora della Massoneria e dei Massoni si è detto tutto e di più.
La Massoneria è atea; la Massoneria è una religione; la Massoneria è una società segreta; la Massoneria è collusa con la mafia.
La Massoneria è atea?
Ed allora, chi è per noi il Grande Architetto? Perché sui nostri altari c’è sempre il libro della Sacra Legge aperto?
Sarà poi bene ricordare che la nostra esperienza umana è fatta di invisibilità non meno che di visibilità e che l’uomo pensa al prima, al dopo, all’oltre la propria vita, al di là di qualsiasi veto ateistico.
Anche il laicismo più convinto sente o pensa “Qualcosa” e lo può sentire o pensare nella forma dell’assenza (assenza di ciò che gli manca), tanto quanto il credente tradizionale lo sente e o lo pensa nella forma della presenza. E scopriamo quindi che il dialogo tra credente e non credente è qualcosa che, al di là delle dottrine e delle ortodossie, può essere realizzato attraverso un linguaggio in parte comune.
La Massoneria è una religione?
Solo perché raccomandiamo ai nostri fratelli di seguire la Chiesa da loro scelta? Tra noi ci sono ministri di molte chiese protestanti ed eminenti cattolici.
Il ruolo di qualsiasi religione, in qualsiasi tempo ed in qualsiasi luogo è sempre il medesimo ed immutabile, in quanto le religioni nascono da una esigenza naturale dell’uomo, che non è altro che la ricerca principale della sua esistenza.
E’ certamente più corretto dire che la Massoneria è religiosa e, principalmente, perché si occupa dell’uomo, dei suoi rapporti con gli altri uomini, degli impulsi che nascono dal più profondo del suo essere. Un uomo esclusivamente razionale è un’astrazione, il senso religioso della vita continuerà a pervadere, magari inconsciamente, l’animo umano.
Quando smarriti osserviamo l’Universo, la sua immensità, bellezza e perfezione, ci domandiamo il perché di tutto ciò. Il senso del divino, quale meraviglia dell’uomo di fronte all’universo, diventa una esperienza spirituale intima alla quale ognuno di noi potrà attingere.
La Massoneria è una società segreta?
Ciò dà adito a sospetti ed assurdità: i nostri insegnamenti sarebbero contrari agli interessi della maggioranza perché i nostri segni, i nostri simboli, la nostra spiritualità hanno lo scopo di farci riconoscere solo dai Fratelli sparsi in tutto il mondo e di tenere lontano gli “altri”.
Ma la validità del nostro Ordine sta proprio lì: quando riconosciamo un Fratello attraverso i nostri simboli, abbiamo la certezza che è uno che ha i nostri stessi ideali ed i nostri principi.
Noi lavoriamo per le stesse cose per le quali lavora la gente di buona volontà e la nostra ambizione è aiutare il genere umano ad elevarsi a livelli più alti.
Noi promuoviamo la pace, la carità, la libertà, la fratellanza, la tolleranza, l’uguaglianza che sono le cose più preziose della vita.
Forse la reticenza a farci conoscere è stata la nostra debolezza ed il nostro grande errore. La reticenza a parlare di ”noi”, noi come Ordine, come istituzione, ha permesso il rafforzarsi delle accuse più svariate.
Ci hanno avvicinato perfino alla mafia, a causa di voci, favole, invenzioni, di “…si dice…” e, tacendo, abbiamo dato valore alle varie dicerie e malignità.
Non più tardi di quindici o venti giorni addietro, ho partecipato, a Vinci, ad un dibattito, o più precisamente ad un “processo al libro di Dan Brown, “Il Codice da Vinci”.
Nel libro vengono fatte pesanti accuse e considerazioni sull’organizzazione “Opus Dei”. Quanto false o quanto vere esse siano, non so dire e non voglio entrare nel merito, ma ciò che mi ha colpito è stato il fatto che membri, iscritti o associati di tale aggregazione erano lì a confutare le varie accuse ed a spiegare origini e finalità dell’Opus Dei.
Perciò a che non sa, a chi non capisce, a chi non vuol capire, ai non massoni dobbiamo spiegare il perché della nostra esistenza e dire ciò che ci consideriamo: una organizzazione che opera per il bene dell’umanità e per il perfezionamento dell’Uomo.
Abbiamo tutti la stessa natura, veniamo tutti dallo stesso “luogo” e condividiamo tutti le stesse speranze. Siamo figli di un universo così complesso che ci impone di aver paura di un’unica paura: la “solitudine”.
E quindi il Massone chi è?
- E’ un uomo in ascolto. Ascolto di sé, degli altri, di un qualsiasi pensiero e non è mai solo.
- E’ un uomo alla ricerca continua di ciò che essenzialmente è capace di mettere in dubbio qualsiasi dogma che possa offuscare il suo animo.
- E’ un uomo il cui dubbio non sarà mai colpa, ma un sofferto dovere verso se stesso, dovere che gli imporrà di approfondire e provvedere, certo che la sua attività muratoria non sarà mai conclusa, così come non sarà mai ultimata la costruzione del tempio.
- E’ un uomo che per la sua continua ricerca di perfezionamento etico e conoscitivo non può che avere un comportamento guidato da precise norme e doveri morali.
- E’ un uomo che considera l’amore fraterno uno dei primi doveri, seguito sia dal rispetto che porta alla comprensione delle diversità di atteggiamento e di comportamento, sia dalla tolleranza che aiuta ad accettare tale diversità; il che non significa abbandonare il proprio modo di essere, ma, con umiltà, comprendere quello altrui ed usarlo per arricchirsi interiormente.
In conclusione, il Massone è un uomo che, con una ferrea disciplina, con un senso di giustizia ricco di saggezza, con un impeto di carità, esperto ed illuminato, con una forte volontà, che non si piega di fronte a nessun ostacolo, cerca di realizzare se stesso attraverso una lenta e difficile maturazione.
A chi non sa, a chi non capisce, a chi non vuol capire, ai non massoni, diciamo che non esiste alcun “segreto massonico”, nessun mistero attorno alla figura del Massone.
L’unico aspetto misterioso è la guerra che, sia in passato, che nel presente, viene fatta alla Massoneria, senza contare che le guerre lasciano, dietro di sé, rovine, mentre il colloquio e la reciproca conoscenza, anche se non eliminano le divergenze, tuttavia, consentono un confronto dialettico dal quale tutti possono trarre benefici.
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