Il Gabinetto di Riflessione

Il Gabinetto di Riflessione

Sono stato chiamato, per la prima volta, ad affrontare un tema, o, per dirla in modo Profano, un “problema” massonico.

Sono stato iniziato il 17 Marzo 2006 e risulterà chiaro che quanto riporterò è preso qua e la su articoli ed esperienze scritte e vissute da altri (anche se terminerò tentando una mia riflessione), ma non potrebbe essere diversamente, visto che sono entrato a far parte dell’obbedienza del GOI da soltanto 6 mesi.

Il primo pensiero che mi sovviene, dopo appena pochi mesi dalla mia iniziazione, è la forza coinvolgente ed il pathos che esprime questa cerimonia sicuramente unica nella sua peculiarità.

Tutto quello che è il rito, dal Gabinetto di Riflessione, al Testamento, al rituale in sé stesso, è permeato da una simbologia che l’aspirante non riesce ad interpretare fino in fondo.

Sono oggi convinto che per accedere alla vera iniziazione occorre abbandonare il razionalismo e raggiungere la trascendenza.

La simbologia e gli elementi che compongono il Gabinetto di Riflessione, sono per il Profano che vi accede, incomprensibili.

Solo la perseveranza potrà permettere la giusta comprensione.

Il termine “Gabinetto di Riflessione” identifica uno dei locali costituenti la Loggia massonica.

Si tratta di una cameretta oscura, in cui vengono isolati i Profani prima della cerimonia di Iniziazione.

Oswald Wirth sostiene essere questo “il primo insegnamento massonico: per imparare a pensare occorre esercitarsi nell’isolamento; vi si perviene rientrando in sè stessi, guardando dentro senza distrarsi con quanto avviene fuori”.

Esiste uno schema unitario dell’esoterismo muratorio che ha come meta un processo di liberazione mentale e spirituale dell’uomo, che la Massoneria propone di compiere all’Adepto in tutti i campi e che si sostanzia nella particolare via iniziatica massonica.

La suddetta meta già si scorge nel Gabinetto di Riflessione nel quale il Profano è posto prima della sua introduzione nel Tempio, per compiere, da solo, il primo viaggio iniziatico in grado di Apprendista.

Tale primo viaggio è raffigurato nelle viscere della Terra, per dare inizio da lì alla sua rinascita a “nuova vita”, verso la Luce, che chiede entrando in Massoneria.

Il pavimento, le pareti ed il soffitto del Gabinetto di Riflessione sono dipinti di nero, per dare l’idea dell’antro nelle viscere della Terra.

Nella prima parete, dal quale inizia il simbolico primo viaggio, è dipinto il segno zodiacale del Cancro, uno scheletro umano, la scritta V.I.T.R.I.O.L., i simboli alchemici dello Zolfo e del Sale, una lucerna ed una frase che invita a riflettere sulla propria determinazione nel voler proseguire. Vi è inoltre rappresentato il simbolo ermetico dell’Acqua.

Nella seconda parete è dipinto il segno zodiacale della Bilancia, una porta socchiusa con uno Spioncino, il simbolo dell’Elemento Aria ed è posta una scritta sulle motivazioni che hanno condotto qui l’iniziando: se non sono quelle giuste, che se ne vada.

Nella terza parete è dipinto il segno zodiacale del Capricorno, una Falce, la Clessidra, una Finestrella con uno Specchio, il simbolo alchemico dell’Elemento Terra ed una scritta relativa alle “distinzioni umane”.

Nella quarta parete è disegnato il segno zodiacale dell’Ariete, un Gallo che canta, il simbolo dell’Elemento Fuoco e varie scritte di alto significato esoterico, relative al percorso iniziatico da intraprendere.

Sul tavolino è posto un Calamaio con Penna, una Candela, 3 Ciotole con Sale, Zolfo, Sabbia, un Pane Secco, una Brocca d’Acqua, un Teschio umano.

Simbolicamente nel Gabinetto di Riflessione il Profano muore per rinascere a “nuova vita” al canto del Gallo.

Sulla prima parete si legge la scritta V.I.T.R.I.O.L., ovvero “Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, che altro non significa “visita le viscere della terra e rettificando il cammino troverai la Pietra Occulta”, il cui significato profondo si riferisce alla ricerca del proprio perfezionamento interiore.

Tale scritta già indica il suddetto processo di liberazione mentale e spirituale perchè l’uomo deve saper trovare la Verità (o Pietra Filosofale, o Pietra Cubica), rettificando più volte il cammino e superando gli ostacoli rappresentati dai pregiudizi, dalle superstizioni, dalle passioni, dalle sofferenze, dalle apatie, dalle paure.

Per ciò l’iniziando è solo nella sua riflessione e per questo si trova solo nel Gabinetto di Riflessione, per proseguire in questo solitario cammino, che è l’iniziazione massonica, senza alcun affidamento dogmatico.

Se non è disposto a questo, che torni sui propri passi!

Uno scheletro eretto allude alla spoliazione che si deve compiere su sè stessi, a partire dai simbolici metalli durante il percorso lungo la via iniziatica.

Proseguendo il viaggio sulla seconda parete, la Porta (simbolo alchemico) sta a significare che non può essere aperta se non si sa trasformare la materia (già simboleggiata dallo Zolfo e dal Sale) con il giusto fuoco dei sentimenti e dell’intelletto, se non si sa guardare verso l’alto, raffigurato dal simbolo dell’Elemento Aria. La scritta riguarda l’impegno da assumere con se stessi; questo impegno deve essere appropriato, costante, ispirato, non dettato da fugace curiosità e dai legami al materiale. La Porta resta ermeticamente chiusa se non sia attua la trasformazione interiore.

Passando alla successiva parete vi è un’altra scritta in cui si sollecita a guardare alle cose della Terra, senza pensare ai vantaggi personali, ordinando la propria vita (i simboli della Clessidra e della Falce) verso una sollecitazione dello Spirito, rivolta a conoscere se stesso (i simboli della Finestrella che rivela uno Specchio sul quale si riproduce la propria immagine), al fine di sapersi identificare con la Legge Universale ed essere partecipe attivo dell’Umanità.

La Clessidra è simbolo del tempo, è invito alla Pazienza ed alla Tolleranza, ovvero guida il pensiero ad indugiarsi sulla dimensione che, scorrendo, dissolve ogni forma transitoria.

E’ una raffigurazione simbolica dell’assopimento, dell’inazione, del lento morire, in contrasto con il Gallo (che si trova sulla quarta parete), che allude al risveglio delle forze, all’azione, al Fuoco segreto alchemico, annunciando la fine della notte ed il trionfo della Luce sulle Tenebre.

Insieme raffigurano il ciclo perenne ed immutabile della vita.

Nella quarta parete, infine, si riceve l’ultima indicazione in cui si sottolinea il valore della Vigilanza e della Perseveranza, allo scopo di essere purificato e di giungere alfine alla Luce.

Il Triangolo con la punta verso l’alto, non barrata, simboleggia l’Elemento Fuoco, il Gallo canta alla luce dell’alba.

Il primo viaggio simbolico, che precede il Rito di Iniziazione nel Tempio, è così terminato.

Al Profano, che realmente rifletta, in questo modo è già stato detto tutto l’essenziale sull’esoterismo massonico e su cosa significhi la sua duplice ricerca iniziatica, sempre rivolta verso il Cielo e la Terra, cioè riconoscendo segni del divino, come “scintilla” che è in ogni uomo, e sentendosi partecipe attivo dell’umanità.

Per fare questo l’uomo è solo nella riflessione, perchè la Pietra Occulta non può essergli donata da altri, neppure da Dio, ed egli deve compiere da solo il cammino della propria realizzazione.

Per questo il Profano è invitato a riflettere sulla propria volontà di ricerca e di assicurarsi di voler procedere sulla via della Conoscenza: solo così egli sarà in grado di vedere la Luce.

Personalmente credo di aver intuito il significato di tutto ciò che mi circondava (non posso ancora parlare di vera comprensione) solo rileggendo con calma le iscrizioni e dopo che erano trascorsi parecchi minuti da che ero solo con me stesso.

Non credo che la paura abbia il sopravvento su di noi quanto il timore dell’ignoto; sentirsi in balia di qualcuno che non conosciamo e dal quale senti di dipendere, fa sentire piccoli e indifesi, bisognosi di aiuto.

Il fattore emotivo credo giochi un ruolo non indifferente; il sentire emotivamente l’importanza dell’iniziazione mi ha portato, in quei frangenti, a dubitare delle mie capacità cognitive.

Sul tavolo, posti davanti al Profano, troviamo tre diverse ciotole contenenti rispettivamente Sale, Zolfo e Sabbia: il Sale simboleggia l’equilibratore delle energie mediante il principio della cristallizzazione, parte solida dell’essere; lo Zolfo simboleggia l’energia espansiva o centrifuga, che parte dal centro di ogni essere; la Sabbia, che deve essere di mare poichè è sterile, ricorda il mondo creato dalle Acque.

Un Pane ed una Brocca d’Acqua richiamano il concetto dell’Essenzialità, atta a soddisfare i bisogni della vita materiale: il Saggio si accontenta sempre del necessario, mai ricerca il superfluo.

Un Teschio umano rammenta la proverbiale “caducità delle cose terrene”, ovvero il benedettino “memento mori”: esso cela il monito “ero come sei, sono come sarai”.

Una semplice candela accesa illumina appena il locale, permettendo al profano di leggere, non senza fatica, le iscrizioni sulle pareti: Se la curiosità ti ha condotto qui, vattene!; Se sei capace di simulazioni trema, poichè qui sarai scoperto; Se sostieni le distinzioni umane esci, perchè qui non se ne conoscono; Se la tua anima ha provato spavento, non andare oltre; Se perseveri sarai purificato dagli Elementi, uscirai dall’abisso delle tenebre e vedrai la Luce!

In quella tenue luce della candela il Profano si trova di fronte un Testamento, che dovrà compilare, rispondendo con semplicità e naturalezza alle tre domande che gli sono poste, ovvero quali ritiene che siano i suoi doveri verso l’Essere Supremo, verso sè stesso e verso i suoi simili.

Vorrei soffermarmi sulla parola V.I.T.R.I.O.L. e quindi ripartire dalla sua traduzione “Visita l’interno della terra e seguendo la retta via scoprirai la pietra segreta”.

Il visitare comporta una presenza.

Non un semplice pensare o intervento mentale, ma la partecipazione dell’interezza della persona.

Una presenza fisica con una intensa motivazione nella ricerca.

Una volontà che ci fa procedere ed una mente che discerne.

Il visitare significa anche assumere un atteggiamento dinamico, bandendo la staticità; significa procedere al fine di osservare, analizzare, scegliere determinati percorsi ed avanzare per raggiungere il fine che ci siamo proposti.

Ma qual’è l’oggetto della visitazione? Verso quale posto ci muoveremo? Il luogo viene indicato quale l’interno della terra.

Badiamo bene, non la superficie, ma la parte più nascosta e non visibile.

Orbene, valutiamo ora cosa il linguaggio simbolico intende per terra.

Dei quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra, viene indicato quest’ultimo, il più materiale.

Nel microcosmo dell’umano, il corpo fisico, con la sua materialità, viene associato all’elemento terra. Ne consegue che la ricerca deve essere orientata all’interno dell’Uomo quale corporeità.

Ma visitare l’interno della terra presenta una grande pericolosità, perché ci si orienta verso un mondo sconosciuto, immergendoci nel quale possiamo perderci nella nostra totalità od avere l’immensa ricompensa, nostra mira nell’intraprendere il pericoloso viaggio.

Lo scopo della ricerca viene indicato come il ritrovamento della pietra occulta, cioè nascosta.

E’ una pietra misteriosa e di estrema preziosità.

Una pietra che possiede immensi poteri e che essenzialmente permette quella trasmutazione dell’essere che giustifica il completo dedicarsi alla sua ricerca.

Una pietra che viene ad essere qualificata “filosofica”, perché nota ai “filosofi”, e, dopo opportune lavorazioni o “rettifiche”, diventa “filosofale”, con il potere di trasmutare i metalli vili in oro e capace di dare l’immortalità.

La giusta visione delle cose porta come conseguenza la scelta dell’unico, vero sentiero che ci dà il dono dell’immortalità nel divino.

In questi ultimi tempi ho avuto modo di risentire, tra l’altro per l’ennesima volta, l’attore Roberto Benigni declamare la Divina Commedia.

Non sono un letterato, non ho una profonda conoscenza della Divina Commedia, mi appartengono solo alcuni ricordi scolastici, ma alla data odierna, con le poche conoscenze che ho potuto acquisire sulla massoneria, mi sembra, e qui chiedo conforto ai fratelli maestri, di scorgere nella Divina Commedia una simbologia massonica.

Il sommo poeta ha strutturato la sua Commedia attendendosi a VITRIOL.

Ci comunica infatti la sua piena e completa comprensione del suggerimento occulto.

La discesa agli inferi infatti la descrive come una visitazione all’interno della terra.

In questo viaggio, in fondo, all’interno di se stesso, egli prende coscienza dei mali che allontanano l’Uomo dal suo Creatore e di tutte le sfaccettature di quell’egoismo che porta l’uomo alla dannazione, alla recisione cioè delle radici che lo legano all’Originario, sua vera patria, a cui pur tuttavia anelerà sempre anche dal profondo della eternità.

Quando ad Ulisse che voleva scuotere, riuscendovi, i suoi compagni spossati dalle lunghe traversie, fa dire: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a vivere come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”, è probabile che il sommo poeta intendesse riferirsi ad una conoscenza ben precisa, e non usuale.

Ricordo gli insegnamenti della mia professoressa di Italiano, che riferiva a Dante una profonda e vasta conoscenza dello scibile: la letteratura, la storia, la teologia, la mitologia, la matematica, l’astronomia, l’astrologia e così via.

Ritengo che Dante, nonostante queste conoscenze, eccezionali per quei tempi, non si sentisse appagato.

Credo che Dante fosse alla ricerca di quella pietra filosofale che infine ritrova al compimento del suo viaggio nel tre regni divini, dopo aver avuto coscienza di tutto il male e di tutto il bene di cui è capace l’umana progenie.

Fr:.

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