Costretto al Silenzio, oppure, costretto al Silenzio?
Il doppio titolo indica chiaramente lo stato in cui mi sono trovato in questi anni da apprendista non si è trattato di una coercizione ma di un passaggio dovuto in cui l’Uomo deve trasformarsi e dedicarsi, in quanto il silenzio è un’arte da apprendere.
Da fratello apprendista quante volte ho visto il primo sorvegliante aprire la Bibbia al Vangelo di San Giovanni dove è scritto l’incipit “In principio era il Verbo.”.
Ecco, il potere creativo della parola è stato subito esaltato. Del resto nelle prime pagine del “libro della legge sacra” viene descritta la creazione del mondo evocando il mistero della parola : fiat lux, e la luce fu.
Anche il rito di iniziazione dell’ apprendista non si può dire compiuto fino a quando il maestro venerabile non pronuncia alcune parole precise : “Ti inizio, nomino e proclamo, fratello apprendista libero muratore”.
Con la parola si esprime pienamente un pensiero, un desiderio, un’accettazione, un comando. Con la parola si entra rapidamente in relazione con gli altri, ottenendo subito risposta positiva o negativa.
Disponiamo anche di un linguaggio non verbale : il sorriso, la smorfia, tutte le gamme della mimica facciale e corporale. Ma la parola è lo strumento sovrano delle relazioni umane, dello scambio di informazioni.
Allora il silenzio si tratta davvero di una costrizione imposta oppure è una libertà concessa ?
Rappresentiamoci la condizione dell’apprendista : egli è libero di ascoltare senza dover mai contribuire con le sue argomentazioni. Può ascoltare in pace, lasciar risuonare in se stesso le parole che gli giovano, per la sua formazione di vero fratello massone.
L’apprendista ha diritto al silenzio e quindi gli viene accordato tale privilegio.
”Il silenzio è una grande cerimonia”, dicevano i monaci dei primi secoli cristiani. E Gandhi notava che “il silenzio apre una via”.
Qui, è chiaro, non si tratta più del banale silenzio che consiste soltanto nel tacere. Lo diceva bene San Basilio il grande : “La vera ricerca del silenzio è l’inizio del cambiamento dell’anima”.
Possiamo dire che il silenzio scava. Il silenzio prende le distanze dal chiacchiericcio inconcludente. Per i Massoni il silenzio è una pausa fra due catene di pensieri e la mente corre incessante.
È per tutto quanto sopra citato che nella Massoneria la parola Silenzio assume un valore ed un significato diverso da quelli conosciuti nel mondo profano,chi troppo tace viene poco considerato,rimane anonimo nel gruppo e spesso ritenuto incapace di dire qualcosa e di dare qualcosa agli altri.
La persona silenziosa che ascolta non emerge e viene vista come introversa;
spesso viene persino emarginata da una compagnia, da un partito politico o da
qualsiasi associazione dove l’estroverso e’ colui che prevarica con la propria voce e con i propri discorsi, qualunque essi siano, gli altri, si mette in mostra dando prova della propria superiorità.
In Massoneria non e’ così.
La Massoneria deve essere considerata come una grande scuola che ha come obiettivo la formazione ed il perfezionamento dell’ essere umano; la sua trasformazione da profano a Fratello Massone.
La cosa che per i profani può sembrare un obiettivo semplice da raggiungere,nella sua concretezza non risulta poi essere così. Chi crede che il rito di iniziazione sia l’unico momento di metamorfosi sbaglia, quello e’ come dice la parola stessa solo l’inizio.
Nel primo grado, quello di Apprendista, al nuovo Fratello viene accordato il privilegio del “Silenzio”.
Da notare che viene definito privilegio perchè tale è.
Il silenzio va considerato non come solo un semplice dovere dell’Apprendista ma
come la possibilità di entrare in simbiosi con l’armonia che regna all’interno della propria Loggia e la possibilità di entrare in contatto visivamente con quei simboli che sono propri, comprendendo gradualmente la perfezione e la regolarità dei rituali,si ottiene nel primo grado solo con il silenzio.
Con il tempo mi sono accorto che le abitudini profane scomparivano e ho imparato a parlare riflettendo e meditando su quello da dire ovvero valutare con il dubbio ed agire con certezze.
Emergono sentimenti sopiti e forse inusuali nel mondo profano quali la Tolleranza verso gli altri rispettando il silenzio degli altri Fratelli e rispettando le loro opinioni che mi sono presto abituato ad ascoltare. Presto sarò integrato nella vita di Loggia e forse solo quando comprenderò la Sua vera Armonia sarò pronto ad essere sciolto dal silenzio e pronto al grado successivo.
Il Massone, ed io in particolare ho preso coscienza del fatto che è una ricerca prettamente spirituale, si pone quale discepolo che apprende un’arte, come colui che ascolta una lezione e che immagazzina, nel silenzio, le nozioni acquisite dell’insegnamento del Maestro che esercita la sua docenza in Loggia.
Chi impara con impegno gli insegnamenti ha innanzi a sé un bivio ed una scelta che
potrà cambiare radicalmente la sua vita.
Con il Silenzio si ascolta, si medita, si impara dagli altri Fratelli e come una spugna si assorbe tutto quello che gli altri con abnegazione sono sempre disposti a donarci per la nostra crescita all’interno della Loggia.
Fr:.