Apocrifo Greco del Ritorno al Pleroma
I – Al settimo giorno Ialdabaoth,
l’Eone potente dalle dodici teste
e dal corpo di serpente
che fin dalla nascita
era stato munito
delle insegne della dignità regale
e fornito di molti nomi misteriosi,
segreti e terribili, da Propàtor,
desiderando di divenire egli stesso creatore,
di impadronirsi di una zona del Pleroma,
Mondo Divino che circonda Propàtor,
ed è formato di Eoni
che ne sono gli attributi
e ne esprimono la pienezza spirituale.
Credendo di essersi effettivamente impadronito del Pleroma,
egli volle imitare l’Eternità nella zona in suo potere,
e vi creò il tempo con anni e cicli innumerevoli.
Nacque così il mondo celeste o astrale
e quello hilico o terrestre ad esso soggetto.
Dall’eternità del Pleroma girante regolarmente,
stabilmente e rettamente su sé stessa
ebbe così origine l’apparenza del tempo girante
irregolarmente con alti e bassi simili sinuosità del serpente.
L’illimitato diede così origine all’apparenza del limitato,
e la reale unità all’apparenza
della pluralità frammentaria del molteplice;
l’incommensurabilità dello Spirito Divino
al peso alla misura e al numero,
attributi esclusi del regno di Ialdabaoth.
All’Essere degradato
nell’apparenza del divenire,
fu attribuita l’onta della generazione
e il dolore della morte;
la cintura di cui Propàtor cinse i lombi di Ialdabaoth
nel concedergli la sovranità della zona esteriore
divenuta materiale per mera apparenza,
ebbe appunto nome Morte,
avendo Ialdabaoth cinto di catene
e limitato tutte le cose del suo Regno.
I tempi, i cicli e gli anni innumerevoli
creati per vanità da Ialdabaoth
risultarono infatti mutevoli
di contro all’immobilità
di ciò che è eterno,
e finiti di fronte all’infinitezza
dell’Eternità.
La sfera esteriore non si poteva dunque
contrapporre al Pleroma,
essendo soltanto
una modificazione apparente di esso,
né Ialdabaoth a Propàtor,
di cui è soltanto un ministro imperfetto.
L’opera malefica di Ialdabaoth
avrà dunque fine un giorno
col ritorno al Pleroma di tutti gli esseri.
Le misure, i tempi, i periodi e i cicli
creati da Ialdabaoth
gli servirono per ordinare il Cosmo
in un’unica armonia,
incatenando gli uomini e le cose
e tutti gli avvenimenti del mondo hilico
ai sette Cieli e ai loro Arconti,
per mezzo dell’Heimarméne,
rendendo solidale tutta la creazione hilica,
costretta a muoversi sincronicamente
secondo un irreversibile fato,
ogni essere di essa,
essendo impedito di liberarsi
per tornare al Pleroma,
a causa della sua soggezione al divenire,
che lo lega alla ruota delle rinascite e alla morte.
Così Ialdabaoth divenne il Signore
delle sette dimore dell’Ade,
delle sette ruote della necessità
che muovono il mondo
con ferreo determinismo,
e lo sottopongono alle vicissitudini delle ruote,
a ciascuna delle quali egli
ha preposto un Arconte o Potenza,
resa visibile da un Pianeta,
che rinchiude il suo cerchio in modo sensibile,
e ogni Arconte
a ciascun uomo che si incarna, fa un dono,
lo riveste delle sue vesti e gli impone un sigillo
perché non possa più liberarsi,
essendo assoggettato al divenire che lo lega
con nodi e con ceppi
alla ruota delle rinascite e alla morte.
Il loro governo si chiama Heimarméne.
E questi sono i nomi dei sette Arconti delle sfere:
per Sole Makaria
per Luna Monoghenès
per Mercurio Henkrasis
per Venere Akinetos
per Marte Hedoné
per Giove Autophies
per Saturno Henosis
È così che incatenando l’uomo alla necessità,
Ialdabaoth ne impedisce il ritorno al Pleroma
e la liberazione dal ciclo delle rinascite.
Egli accusa perfino coloro
che hanno la Gnosi da Propàtor,
e perciò è detto l’Avversario.
Ma la materia
come peso, misura e numero
essendo mera apparenza,
non è reale
e tanto meno eterna;
non è eterno dunque il regno delle Tenebre.
Però è detto: Tu non maledirai l’Avversario,
poiché l’ordine che esso impone
al mondo terrestre, sublunare e hilico
è il riflesso sia pure imperfetto
dell’Ordine del Pleroma,
che egli stesso riceve imperfettamente
e imperfettamente riflette.
Perciò sino alla venuta
delI’Eone Krestòs
il Pantocratore,
il Sabbato di Ialdabaoth
sarà santo e venerabile,
poiché questi resterà ministro imperfetto,
ma ministro di Propàtor,
e regnerà sino ad allora nel mondo hilico
per volontà di Lui,
che avrà due eserciti:
l’uno nel Pleroma o mondo Divino,
dove sono le Schiere di lmxeal (Michele)
e l’altro nell’Abisso delle sette dimore dell’Ade
dove sono le legioni di Ialdabaoth il Cosmocratore.
E i due duci saranno entrambi
ministri di Propàtor
poiché entrambi compiranno la Parola di Lui.
Infatti la gloria di Ialdabaoth
altro non è che l’ombra del Signore,
ed il suo trono ne è lo sgabello.
II – Successivamente Adamo,
creato da Propàtor maschio e femmina
come uno degli Eoni del Pleroma,
si divise in due da uno che era,
e fu sedotto da Ialdabaoth
inducendosi a mangiare il duplice frutto, Mem e Scin
dell’Albero della Scienza del Bene e del Male,
laddove poteva lecitamente mangiare Aleph,
il frutto unico dell’Albero Maestro della Vita.
Perciò essendo Adamo
divenuto come uno degli Arconti,
fu estromesso dal Giardino dell’Eden.
E così i Regni, le potenze,
e la gloria del mondo hilico,
i troni, gli imperi,
le dinastie dei Re,
la nascita e la caduta
delle nazioni e delle religioni,
furono affidati alle mani di Ialdabaoth,
fino alla venuta del l’Eone Krestòs,
il salvifico Pantocratore.
Ma altri duecento Eoni del Pleroma
si invaghirono del mondo hilico
e vollero discendervi,
legandosi con un giuramento sul monte Hermon.
E questi furono i loro capi:
1) Samiaxas (Semyaza), duce supremo
2) Artaqìfa (Arakiel)
3) Rameel (Armen)
4) Kokhabiel (Raphael)
5) Tamiel (Turael)
6) Ramiel (Rumjael)
7) Daneiel (Danjal)
8) Ezekeel (Neqael)
9) Barachiel (Baraqiial)
10) Armaros (Farmaros)
11) Batarael
12) Ananel
13) Turel
14) Rumael (Jomjael)
15) Samapeel
16) Satarel
17) Tumael
18) Zaqiel
19) SaneI
20) AzazeI (Asael)
ciascuno capo di una decuria.
Al loro ingresso nella sfera esteriore,
l’ordine gerarchico di questi Eoni si invertì
e i primi diventarono gli ultimi, gli ultimi i primi.
Inoltre, avendo essi svelato alcuni misteri celesti,
caddero tutti in schiavitù.
Ora, una parte di essi accettò questa schiavitù,
e i suoi componenti divennero
Cosmocratori e ministri di Ialdabaoth,
aiutandolo a tenere ferme le catene
e i ceppi che legano gli esseri incarnati
alla necessità fatale;
mentre un’altra parte di essi,
compresa la gravità dell’errore commesso,
si accese del vivo desiderio
di riscattarsi per tornare al Pleroma,
per cui ognuno invocò lmxeal (Michele),
il Capo delle Schiere del Mondo Celeste:
OSINALTIO (Tu che sei stato elevato),
RIOITHEOR (Principe di Luce),
SABIRAUGHETA (Sei valente nel fuoco),
DIAPHULASSE! (proteggimi).
III – Ed lmxeal (Michele), con Gabriel,
Kokhabiel (Raphael) ed Anael,
unitamente alla Sophia Barbelos,
la Vergine Sophia dell’Alto,
la Donna vestita di Sole
nella zona di Luce,
intercedettero presso Propàtor
implorandolo a favore degli Eoni caduti col dire:
AGANAKKA (o Forte!)
GHITANTOREKTA (Sconfiggi il Gigante),
KAKO! (Storna il male!).
Queste preghiere
giunsero fino al trono di Propàtor
che si impietosì e permise
agli Eoni intercessori
di visitare i pentiti,
che essendosi ravveduti
di tutti i loro errori,
piansero ed invocarono direttamente Propàtor
insieme agli intercessori stessi,
dicendo in coro:
AEIA (Tu che Sei),
ABLANATHANALBA (Padre, vieni a noi!),
GHITANTOREKTA (Sconfiggi il Gigante!),
MOPHAX (Tu che insuffli la Vita),
KAKO (Storna il male!),
UPHNONONO (Esaudiscimi dunque!),
SURIEL (La mia Fortezza è Dio).
Propàtor permise allora
che ai transfughi pentiti
fosse concesso di espiare la colpa
risalendo al Pleroma
con l’Apocatastasi
attraverso le sette sfere
e le dodici Vie dell’Ogdoade.
A tale scopo fu loro consentito
di proteggere gli uomini
contro gli inganni di Ialdabaoth
e degli Arconti,
ed insegnar loro,
per tramite di Hermete,
il modo di rompere
i sigilli delle sette sfere.
Le misure, i tempi, i cicli,
come le sette modalità della Heimarméne
promananti dai sette PIaneti,
e l’antitesi Luce-Tenebre,
possono essere infatti
sapientemente sfruttate
l’una contro l’altra,
per riascendere lungo le sfere,
per tornare al Pleroma.
La pluralità della sfera esteriore
è divisione,
e le forze divise
possono essere costrette
ad operare contro sé stesse
per effetto della contrapposizione alternata.
Così gli Eoni caduti, per riscattarsi
si posero a capo degli uomini
che come loro aspiravano
a tornare al Pleroma,
ed insegnarono loro la Gnosi.
Per riascendere al Pleroma
gli uomini dovranno abbandonare
le vesti impure,
restituendo gradualmente
e progressivamente agli Arconti
i loro doni per attraversare
il Mar Rosso delle sette sfere,
avendo lasciato senza rimpianti
il mondo terrestre e hilico.
Chi riceverà la Gnosi
riuscirà a conoscere sé stesso
ed evitando di seminare figli per gli Arconti,
raccoglierà le membra disperse da ogni parte,
riuscendo ad estirpare le sue radici
dal mondo terrestre ed hilico.
Coloro che avranno la Gnosi
saranno esseri dell’Alto,
che avranno sentito di essere chiamati
e si saranno rivolti a Colui che ci chiama
perché riascendiamo a Lui.
Essi desiderano fare ciò che piace a Propàtor
e ricevere aiuto per il ritorno.
Chi in tal modo possiederà la Gnosi,
saprà donde viene e dove va.
tuttavia Ialdabaoth coi setti Arconti
fu lasciato a guardia delle sette porte dei sette cerchi,
le tristi dimore dell’Ade, fino alla venuta dell’Eone Krestòs,
il salvifico Pantocratore che distruggerà la Morte
e ucciderà le Tenebre, liberandoci dal male.
Solo Lui aprirà per tutti le porte di ciascun cielo.
Perciò sino ad allora, Ialdabaoth,
resterà il Custode della Soglia del Tempio del Re,
l’addetto al Portico di Salomone,
e custodirà le chiavi del Santuario,
affinché nessuno possa entrarvi
se non Colui che era stato unto
e possedeva l’Arcano di Hermete.
Così nel mondo hilico del divenire necessitato,
Ialdabaoth restò ancora temporaneamente
il Magistrato della Giustizia di Dio
e continuò a portare la bilancia e la spada.
Ma un giorno Krestòs, l’Eone Salvifico, Gesù il Baruch,
verrà con l’aiuto di Sophia Barbelos,
la sola capace di comprimere
le dodici teste leonine del Serpente sotto la faccia delle acque.
e riammetterà col sacrificio della sua parte umana,
l’uomo al pasto del sacro frutto in forma di Pane e Vino,
ammettendo tutti gli uomini di Buona Volontà
per il tramite di questo pasto,
a rientrare nel giardino dell’Eden
e a sollevarsi al di sopra dell’Heimarmène.
IV – Finalmente, al secondo degli Eoni caduti, Artaqifa (Arakiel),
fu permesso di incarnarsi nascendo da Jared,
figlio di Naleel, figlio di Cainan, figlio di Enosh,
figlio di Seth, figlio di Adamo,
e gli fu imposto il nome di Enoch.
Ed Enoch insegnò la Gnosi
e raggiunse la Suprema Liberazione
avendo ben meritato,
ma non il ritorno al Pleroma.
Perciò Propàtor Io istituì Metatron,
Mediatore cioè fra gli uomini e Dio
di contro a Iaìdabaoth,
col compito di sovrintendere dall’alto,
fino alla liberazione di almeno altri undici capi
di decurie angeliche caduti e pentiti,
all’insegnamento segreto di Ermete
e concedere l’iniziazione alla Gnosi,
e di introdurre gli uomini alla presenza di Propàtor
facendo rientrare quelli che lo meritano
nel Giardino dell’Eden,
dove si mangiano il duplice frutto
dell’Albero della Scienza
e quello unico dell’Albero della Vita,
e donde si inizia il ritorno al Pleroma
attraverso le sfere.
Ed Enoch e tutti gli altri Eoni caduti e pentiti
tornarono molte volte sulla terra in corpi umani,
ed insegnarono la Gnosi
a tutti i popoli della Terra per molti eoni di tempo,
fondarono religioni e regni
capaci di trarre in alto le anime.
E Rameel fu Abramo, e Artaqìfa Isacco;
Samiaxas Giacobbe;
e Rameeì fu ancora Giuseppe il Vicerè, Artaqìfa Mosé,
e Rameel Giosué.
E Samiaxas fu il Re Salomone;
Artaqìfa Roboamo, e Rameeì fu Elia,
Samiaxas Daniele,
e tutti erano stati sulla terra molte volte
ancora Re e Sacerdoti,
per preparare la venuta dell’Eone salvifico.
In tal modo gli Eoni penitenti crebbero in elevatezza,
in grandezza, in sapienza, e in bontà,
risalendo grado a grado dall’abisso
in cui si erano spontaneamente precipitati,
finché i primi dodici di essi si resero degni
dinanzi a Propàtor di stare attorno all’Eone Krestòs
alla sua venuta nel mondo hilico,
e gli ulteriori settantadue di fargli da corteggio.
Solo allora Propàtor mandò l’Eone salvifico Protogenetos,
Gesù il Pantocrato Re, che si manifestò in una grande luce,
nascendo come fanciullo regale maschio e femmina,
e cioè avente già in sé,
ad immagine e somiglianza di Propator
i due Mem e Scin nell’uno Aleph.
L’Eone salvifico, Krestòs
ebbe quindi al suo fianco Samiaxas,
divenuto l’Apostolo Giovanni,
e Artaqifa, divenuto l’Apostolo Pietro,
e Rameel divenuto l’Apostolo Andrea,
e con essi gli altri nove Eoni
riscattatisi fra i primi,
che essendo ascesi per mezzo della Gnosi di Hermete
al di sopra delle sette sfere,
non riuscivano tuttavia a tornare al Pleroma,
impediti da Ialdabaoth,
il serpente antico dodecacefalo:
Kokhabiel divenuto l’Apostolo Simeone
Tamiel divenuto l’Apostolo Taddeo
Ramiel divenuto l’Apostolo Matteo
Daneiel divenuto l’Apostolo Filippo
Ezekeel divenuto l’Apostolo Giacomo Maggiore
Barakiel divenuto I ‘Apostolo Tommaso
Armaros divenuto l’Apostolo Giuda Taddeo
Batarael divenuto l’Apostolo Giacomo Minore
Batarael divenuto l’Apostolo Bartolomeo
V – Perciò l’Eone Krestòs, il Baruch Gesù,
il Divino Maestro dell’Amore,
completò l’insegnamento di Hermete,
quello di Pitagora e quello di Mosè,
ed ampliò la Gnosi,
ammettendo ad essa tutti gli Uomini.
Egli insegnò l’Amore universale
e la pratica dell’Amore stesso
attraverso la pratica della Terapeutica;
impose le mani ai malati,
e fece che i suoi discepoli le imponessero,
guarendoli con dir loro: UPHLAZE! (Guarisci!).
Ed insegnò la pratica del disinteresse
e dell’altruismo dicendo:
“Non amate l’oro e argento
e il possesso di questo mondo,
perché questo mondo perisce e passa;
se non digiunate al mondo,
non attraverserete il Mar Rosso delle sette sfere,
non uscite dalle sette dimore dell’Ade.
E se non farete del sabato un vero Sabato
non rivedrete Propàtor,
né rientrerete nel Pleroma.”
Ed insegnò soprattutto la volontà di Liberazione
per il ritorno al Santo Pleroma, dicendo:
“Non esaltate i sette e i dodici,
gli Arconti di questo mondo,
poiché sono essi che vi impediscono
il ritorno al Pleroma.
Sollevatevi al di sopra dell’Heimarméne
dominando i vostri piaceri,
così non sarete vessati dalle disgrazie,
né sarete esaltati a fortune transeunti.
Non accettando più i doni degli Arconti,
non sarete più sballottati dagli alti e bassi
delle sinuosità del Serpente Dodecacefalo,
ma sarete stabili come pietra che sta.”
E raccomandò sette opere di Misericordia Corporale:
1) dar da mangiare agli affamati;
2) dar da bere agli assetati;
3) vestire gli ignudi;
4) guarire gli infermi imponendo loro le mani;
5) sostenere i pellegrini;
6) visitare i carcerati;
7) liberare gli indemoniati.
E predicò sette opere di Misericordia Spirituale:
1) insegnare la Gnosi;
2) confortare i dubbiosi;
3) perdonare le offese;
4) consolare gli afflitti;
5) ammonire i peccatori;
6) sopportare con pazienza le persone moleste;
7) pregare Propàtor per i vivi e per i morti, per il bene corporale e per la Gnosi
Sapienziale.
Ed insegnò ancora che l’uomo,
essendo separato in due,
il maschio e la femmina,
è pieno di tenebre,
ma quando avrà fatto di sé
una cosa sola, sarà pieno di luce.
Se i due saranno uno,
egli sarà diventato il Figliuolo dell’Uomo,
e allora se dirà:
“Montagna spostati” e la montagna si sposterà.
In quel tempo Gesù il Baruch, l’Eone Salvifico
disse inoltre:
“Quando farete che i due siano uno,
e farete l’interno come l’esterno
e l’esterno come l’interno,
e ciò che è su come quello che è giù,
e se farete il maschio e la femmina in uno solo,
in guisa che il maschio non sia solo più maschio
e la femmina non sia solo femmina,
allora rientrerete nel Pleroma.
Ciò potrete fare
mangiando sapientemente
i frutti Mem e Scin
dell’Albero della Scienza
del Bene e del Male,
affinché il loro equilibrio
vi porti a mangiare
del Pane stesso di Vita,
il benedetto frutto Aleph.
Beato il Serpente a faccia di leone
che l’uomo mangerà,
cosicché il leone divenga uomo,
ma abominevole è l’uomo
che il leone mangerà,
cosicché il leone divenga uomo”.
VI – E inoltre l’Eone Salvifico insegnò
che l’opera materiale della carne
con la quale gli ignoranti seminano
soltanto figli per gli Arconti,
può essere sacralizzata
in santa ierogamia e servire sapientemente
all’ascesa per le sette sfere secondo la Gnosi,
ricostituendo l’originaria androginia perduta dall’Adamo Qàdmon
con la discesa nel mondo hilico.
Tornando Eva in Adamo
cesserà per sempre la Morte
che essi meritarono per sé
e per la loro progenie
fin dalla loro separazione.
E Gesù il Baruch promise ai suoi, nove beatitudini:
1) a coloro che posseggono la Gnosi, perché desiderano fare ciò che piace Propàtor;
2) ai perseguitati a causa della Giustizia poiché di essi è il Regno dei Cieli;
3) ai miti perché possiederanno la Terra;
4) a coloro che piangono perché saranno consolati;
5) a coloro che hanno fame e sete di Giustizia perché saranno saziati;
6) ai misericordiosi perché otterranno misericordia;
7) ai puri di cuore perché vedranno Dio;
8) agli operatori di pace perché saranno chiamati Figli di Dio;
9) ai poveri di spirito mondano, perché ad essi appartiene il Regno dei Cieli.
VII – E poiché le turbe lo imploravano:
“Eone Krestòs, Pantocratore,
AZREILONEIA (o Soccorso Divino)!
KARNI (mia forza)!
Dacci oggi il Pane di Vita che riservi ai Tuoi Discepoli!”
L’Eone Salvifico Gesù il Baruch
concesse loro, in luogo dei frutti Mem e Scin
dell’Albero della Scienza,
il proprio Divino Corpo e il proprio Divino Sangue,
che innestandosi sul loro corpo e il loro sangue,
li avrebbero tratti in alto anche senza la Scienza
e la stessa unzione di Hermete,
per il solo effetto della Fede e del Battesimo.
E così I’Eone Salvifico, Krestòs il Pantocratore,
secondo le promesse distrusse la Morte
per gli uomini di Buona Volontà
e uccise le Tenebre, liberandoli dal Male.
Egli aprì dinnanzi a tutti le porte di ciascun cielo
per mostrarci Propàtor, il Re in eterno
e guidò i suoi dinanzi a Lui in veste pura.
Il cancello del Giardino dell’Eden
che era stato chiuso dall’epoca
della cacciata di Adamo ed Eva,
i primi progenitori,
e guardato dal terribile Cherub
dalla spada fiammeggiante
fatta di lune crescenti e calanti alternate
e capace di separare l’anima dal corpo,
era stato aperto a tutti,
poiché il Corpo e il Sangue salvifico
del Baruch Gesù sono il frutto stesso Mem e Scin,
doppio e alternato, dell’Albero Gnostico della Scienza.
E Ialdabaoth, l’Eone dalle sette teste coronate,
volendo impedire il ritorno al Pleroma,
sia di tutti gli uomini, che dello stesso Eone Salvifico,
provocò il supplizio sull’Albero Maestro della Croce,
dalle sette mele di fuoco, del corpo umano e hilico,
con l’effetto di proiettare nel Pleroma
il suo Spirito di Dio Salvatore.
Ciò Ialdabaoth potè fare
avendo appunto preteso come fin dall’inizio pattuito,
il supplizio del Baruch Gesù
sull’Albero stesso delle mele di Fuoco
concesse a tutti gli uomini
come prezzo per il nuovo beneficio loro accordato.
E il Pantocratore Salvifico,
prima di lasciare il suo Corpo hilico,
affidò Maria, la Divina Sophia all’Apostolo prediletto Giovanni,
che divenne così il Custode Invisibile della Gnosi.
Tornando quindi al Pleroma,
l’Eone Krestòs fracassò
Resh la porta plumbea di Henosis nella Sephira Ghedula.
E Daleth, la porta di stagno di Autophies, nella Sephira Ghebura.
E Kaph, la porta di ferro di Hedonè, nella Sephira Tiphereth.
E Ghimel, la bronzea porta di Akinetos in Netzà.
E Phé, la porta mercuriale di Henkrasis in Hod.
E Beth la porta argentea di Monoghenés in lesod.
E Tau, la porta aurea di Makarìa in Malkuth.
Tuttavia Egli lasciò a custodia delle sette porte infrante,
perché non venissero mai più richiuse,
sette Eoni di Luce:
Thartharaoth (Sciabtaiel) al cielo di Saturno;
Erethaoth (Zadkiel) a quello di Giove;
Thauthabaoth(Unel) a quello di Marte;
Anael a quello di Venere;
Raphael a quello di Mercurio;
Gabriel a quello della Luna;
lmxeal (Michael) a quello del Sole.
lì sigillo del vizio Capitale,
dono dell’Arconte di ciascuna sfera,
sarà rotto con l’aiuto dell’Eone di Luce
ad esso opposto nella stessa sfera,
e i possessori della Gnosi,
come gli uomini di Buona Volontà
da essi trascinati nell’Ascesa
in virtù del Sacrificio del Pantocratore,
ascendendo di cielo in cielo
renderanno a ciascuno degli Arconti
le passioni che avevano ricevuto in dono
nella loro discesa verso l’incarnazione hilica,
ricevendone in cambio dall’Eone di Luce,
l’opposta virtù e vesti pure.
Al settimo cielo essi affronteranno
e vinceranno Nahash,
il Serpente dodecacefalo di nome Ialdabaoth
per giungere all’ottava sfera,
quella delle stelle fisse,
da cui il nucleo puramente pneumatico dell’anima
può ascendere per duodemplice cammino
al Santo Pleroma di Propàtor.
E i dodici Eoni di Luce
nell’ascesa al Pleroma per l’ Ogdoade sono:
Per l’Ariete: Parakletos, in Hè;
Per il Toro: Pistis, in Vau
Per i Gemelli: Patrikos, in Zain;
Per il Cancro: Helpis, in Heth;
Per il Leone: Metrikos, in Theth;
Per la Vergine: Agapé, in Jod;
Per la Bilancia: Aeinous, in Lamed;
Per lo Scorpione: Synesis, in Nun;
Per il Sagittario: Ekklesiastikòs, in Samech;
Per il Capricorno: Makariotes, in Gnain;
Per I ‘Acquario: Theletos, in Tsade;
Per i Pesci: Sophia, in Qòph.
VIII – Apparso tuttavia ai Discepoli
col suo Corpo di Gloria, proprio del Pleroma,
prima di risalire definitivamente a Propator,
rivelò il destino dell’Uomo e le sorti della Chiesa;
assegnò i compiti agli Apostoli,
e indicò questi segni come propri
a coloro che riusciranno a salvarsi:
scacceranno i demoni servi degli Arconti;
parleranno nuove lingue:
maneggeranno i serpenti;
se berranno qualche veleno, questo non nuocerà loro;
imporranno le mani ai malati e li guariranno.
E istituì inoltre dodici sacramenti per la salvazione
e la liberazione degli uomini di Buona Volontà:
1) il Battesimo dell’Acqua;
2) il Battesimo dell’Aria;
3) il Battesimo del Fuoco;
4) l’Unzione Sapienziale;
5) l’Espiazione purgante;
6) L’Eucarestia;
7) l’imposizione terapeutica delle mani;
8) l’Esorcismo;
9) l’Ordine sacro;
10) l’Iniziazione all’Ascesi in coppia, o Matrimonio;
11) la Consacrazione Regale e Vescovile;
12) l’Estrema Unzione Terapeutica.
E a Pietro che era stato Artaqìfa,
fu confidato il gregge del Pantocratore
figlio di Propàtor,
perché lo conducesse per le vie del mondo visibile;
mentre a Samiaxas divenuto Giovanni di Parmo,
fu confidata la Sapienza segreta della Gnosi
e la sua trasmissione,
che prima era stata affidata
ad Enoch e ad Elia.
IX – L’Eone Salvifico, il Figlio di Propàtor,
aveva scritto in un piccolo Libro,
su un rotolo inesauribile
capace di non finire mai,
tutto il percorso della risalita al Pleroma,
per affidarlo a Giovanni di Parmo
che Lui aveva fatto custode
e depositaria della Gnosi,
e che Io intitolò Apocalisse.
A Lui Egli apparve fra i sette candelabri,
uno per ciascuno dei sette cieli da ascendere,
e gli ordinò di scrivere ai sette Eoni di Luce
delle Sette Chiese d’Asia,
quelli che aveva posto a guardia
delle sette porte da Lui infrante,
perché non venissero più chiuse.
E gli additò il Libro della Gnosi,
scritto sul rotolo inesauribile,
come il cibo della Vita riservato
ai Sacerdoti della Gnosi;
da divorare misurando sapientemente i tempi;
e che è simile ad acqua viva
che sta fra due colonne di fuoco,
l’una poggiante sul mare e l’altra sulla terra,
come i rami Mem e Scin dell’Albero della Scienza.
Alle labbra esso è dolce come il miele.
Quel Libro insegna il modo di aprire
i sette sigilli del Libro dell’Agnello
e con esso le porte dei sette cieli,
ciascun cielo avendo a sua volta sette gradi,
mentre al settimo cielo sette Eoni di Luce
suonano sette trombe annunciatrici di liberazione.
E che i sette doni degli Arconti,
che sigillano le sette sfere, le tristi dimore dell’Ade:
Avarizia in Saturno;
Invidia in Giove;
Ira in Marte;
Lussuria in Venere;
Gola in Mercurio:
Accidia in Luna;
Superbia in Sole, si spezzano con la pratica delle opposte virtù:
Fede, Speranza, Carità, Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza.
E che nel perfetto equilibrio
il Santo Paracleto concede
per le sette sfere superate sette Doni Divini:
per Saturno il Timor di Dio;
per Giove il Consiglio;
per Marte la Fortezza;
per Venere la Pietà;
per Mercurio la Scienza;
per Luna la Sapienza;
per Sole l’Intelletto.
Esso dice inoltre della divina Sophia Lunare,
arricchita di duodemplice luce solare
e ripiena del Reuccio di Aleph,
termine medio di equilibrio fra
Sole Scin e Luna Mem;
che è minacciata dal Dragone rosso Ialdabaoth
dal corpo di serpente e dalla testa di leone,
con sette teste diademate, una per pianeta;
fornito di dieci corna, l’una per la luce solare Scin,
l’altra per la luce lunare Mem;
una terza Aleph per la luce mista,
le altre sette per le luci dei sette pianeti.
E dice anche come essa partorisca
il Figlio equilibratore e ottenute quindi le ali,
si faccia volatile ed inafferrabile per
il serpente di fuoco.
Esso dice inoltre che la bestia demiurgica
simile al leopardo,
ostacola l’uomo nella sua risalita al Pleroma,
quarantadue volte, sette volte all’anno per sei anni,
quanti ne occorrono per ascendere per i primi sei cieli.
E che I’Heimarméne di Ialdabaoth, la prostituta di Babilonia,
assisa sui sette monti dei sette Arconti,
cadrà vinta dall’Agnello assiso in cima alla piramide dai sette gradini,
riproducente i sette cieli dell’Ascensione al Pleroma,
sul libro dei sette sigilli,
sigilli costituiti da passioni dono degli Arconti,
che si dissuggellano con le corrispondenti Virtù,
le quali si ottengono in premio dai sette Eoni di Luce;
mentre i ventiquattro Vegliardi,
corrispondenti alle ventiquattro semilunazioni dell’anno
e alle ventiquattro ore del giorno,
si prostrano coi quattro animali santi dei quattro elementi
e delle quattro stagioni dell’anno.
E promette che quanto l’Umanità
sotto la guida dei Maestri della Gnosi
e grazie alla loro anagogia lo avrà meritato,
il Santo Pleroma scenderà
sul mondo hilico celeste e terrestre,
plasmandolo a sua immagine
in forma di cubica Gerusalemme Celeste
sormontata dalla Piramide eptagraduata,
con dodici porte, tre per lato, una per mese,
illuminata dall’Agnello;
sulla quale non scenderà mai la notte,
perché essa riproduce i gradi stessi della Gerarchia dell’Essere.
E allora l’Albero della Vita,
reso accessibile a coloro che hanno compiuto
la risalita dei sette cerchi,
darà annualmente dodici mele di fuoco.
Poiché Colui che infranse le sette porte dei sette metalli
e ne spezzò i chiavistelli,
insegna a tutti i giusti la via del ritorno
e tutti trae in alto con la sua forza invincibile:
consentendo anche a coloro
che non posseggono la Scienza di Hermete,
né l’Unzione Gnostica, di ascendere al Pleroma
grazie all’innesto Salvifico della carne e del sangue dell’Agnello,
operante attraverso l’Opera dei Sacerdoti della Gnosi
a centuplicare il potere e la rapidità dell’Anagogia.
X – E così Giovanni, l’antico Samiaxas
resterà nell’invisibile sulla terra fino agli ultimi giorni,
fino alla consumazione dei tempi
a sovrintendere all’insegnamento della Gnosi;
e Pietro, caduto nel mondo hilico in un tempo lontano,
quando ancora aveva nome Artaqìfa
tornerà fino ad allora molte volte sulla terra,
come Pastore e come Sovrano,
per diffondere e radicare l’insegnamento
delI’Eone Salvifico, il Pantocratore Krestòs.
E quando la parola delI’Eone Figlio di Propàtor
sarà diffusa su tutta la terra,
e a Ialdabaoth sarà rimasto poco spazio
per la sua antica funzione di carceriere
pur avendo egli continuamente lottato contro la Gnosi
riuscendo anche a spezzettare
in mille parti l’Ekklesia di Pietro;
lo stesso Ialdabaoth prenderà un corpo di carne
per combattere di persona nel mondo hilico,
il suo antico Regno mal acquistato,
l’ultima battaglia contro la Gnosi,
come Anticristo incarnato,
dopo aver creato il disordine
e portato la confusione e lo scompiglio
fra i popoli e le Chiese.
Sulla terra Ialdabaoth non incontrerà ostacolo alcuno,
e trionferà ovunque, contrastato solo da Enoch ed Elia,
che erano stati Metatron e Sandalphon
prima di essere al fianco deIl’Eone Salvifico
di tutti gli uomini, coi nomi di Pietro e di Andrea;
e che Propàtor manderà sotto la guida
sempre invisibile di Giovanni, l’antico Samiaxas
a sbarrargli il passo e a sconfiggerlo
prima di permettere il riassorbimento
del mondo hilico nel Pleroma.
E il serpente antico, Ialdabaoth, l’Anticristo incarnato
ripeterà l’errore commesso
nella lotta contro I’eone Krestòs
ai tempi dell’Agnello,
e sacrificherà Enoch ed Elia,
gli antichi Artaqifa e Rameel
oramai divenuti Liberatori;
ciò che produrrà la vittoria definitiva della Gnosi
e permetterà la venuta seconda dell’Eone Krestòs
per l’instaurazione nel mondo celeste e in quello terrestre
del Regno di Propàtor;
che durerà fino alla consumazione dei secoli e degli Eoni.
Japhta raphta mounaer, mounaer, ermanouer ermanouer.
AMEN