Il pavimento a scacchi
La tavola architettonica tracciata da noi apprendisti della Loggia Ferruccio, per questa speciale occasione della ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della fondazione, ha come argomento il tema del pavimento a scacchi.
Quando ci è stato affidato questo compito, non nascondo che ci siamo trovati momentaneamente in difficoltà, anche per “legare” il significato di questo simbolo alla ricorrenza che questa sera celebriamo insieme.
Ebbene, il lavoro di analisi che abbiamo svolto ci ha invece condotto a scoprire la stretta affinità di questo simbolo con la realtà nella sua completezza, con la nostra vita quotidiana e la storia di ognuno di noi che costruiamo giorno dopo giorno seguendo principi ed ideali immutabili nel tempo.
Come noto il pavimento a scacchi rappresenta uno dei simboli più evidenti che caratterizzano il tempio. A quadri alternativamente bianchi e neri, come le caselle di una scacchiera, si estende più frequentemente a forma di quadrilatero con il lato maggiore orientato lungo l’asse Oriente-Occidente, più raramente copre tutto il pavimento dell’Officina, a partire dalla porta del Tempio.
A favore della prima soluzione, oltre a motivazioni di carattere pratico, vi è anche una ragione di carattere simbolico.
Infatti, la suddivisione in due zone che si viene a creare nel pavimento di Loggia, ovvero una centrale, delimitata dai quadrati bianchi e neri che rappresenta la possibilità di manifestazione e l’altra restante parte che può simboleggiare la possibilità di non manifestazione, conferisce al pavimento nella sua interezza un ulteriore significato simbolico, rappresentando un’immagine della Possibilità universale (della manifestazione e della non manifestazione), conferendo così alla Loggia un’apertura veramente metafisica.
Quando si entra in un Tempio massonico, in particolare se racchiuso dalla penombra, la percezione del pavimento a scacchi è sovente la prima che colpisce i nostri sensi, quasi come se il contrasto tra il bianco e il nero fosse in grado di turbare, seppur momentaneamente, l’armonia che accompagna l’ingresso rituale in Loggia. Contrasto ancor più nitido in piena luce, quando la squadratura del Tempio ricorda il percorso effettuato sul margine di uno spazio dinamico in continuo divenire.
Il pavimento a scacchi genera emozioni ed incute turbamenti in quanto è uno dei simboli massonici più potenti e riconoscibili. Nel primo grado iniziatico rappresenta il pavimento del Tempio di re Salomone, dove continua il binario delle due colonne sulla Terra, cioè sul mondo materiale, di cui fa parte la natura terrestre dell’uomo, e si pone in contrasto con il soffitto del Tempio, che raffigura il cielo e il regno spirituale, quindi la natura eterea.
La caratteristica del pavimento a scacchi è insita nella sua dualità, nei due colori della scacchiera, che alludono simbolicamente alla conflittualità che contraddistingue l’anima umana, condannata a combattere se stessa e la sua natura.
La contrapposizione tra opposti e complementari compendia la vita umana, dal momento che il Massone, così come il profano, è sottomesso ai rigori della legge delle polarità.
Bene e Male, Tenebre e Luce, Vizio e Virtù, sono intrecciate sul pavimento e tenute insieme dalle file delle piastrelle, in un sistema in cui ciascuna piastrella è circondata da altre di colore contrario. Da un punto di vista esoterico, se ci si attiene al bianco si è assaliti da ogni lato da forze oscure mentre, se il riferimento è il nero, accade il contrario.
L’alternarsi dei due colori rappresenta in sé tutte le coppie possibili, che nella loro armoniosità esprimono altresì la quiete, evocando l’equilibrio dei contrari: il contrasto affiora al primo impatto sensoriale, l’armonia si palesa allo spirito in un secondo momento e sottintende la duplice condizione in cui vive l’uomo: il materialista vede la molteplicità e le differenze, lo spiritualista percepisce l’equilibrio, l’omogeneità e l’unità che pervade tutte le cose.
I sottili tratti che separano le piastrelle formano un cammino rettilineo che ha il bianco e il nero ora a destra, ora a sinistra: queste linee virtuali rappresentano il cammino dell’iniziato il quale, senza rigettare la morale comune, sa elevarsi al di sopra di essa. Il profano non distingue queste sottili linee di separazione e seguendo la via più ampia, quella exoterica, passa direttamente e disordinatamente sulle piastrelle bianche e nere, indugiando nell’incertezza. Questa visione esteriore del binario attribuisce al bianco, la luce, esclusivamente il valore del bene, mentre il nero, assenza di luce, diviene il male; una simile percezione delle opposte polarità genera tendenzialmente predisposizioni passionali, intransigenti e dogmatiche che possono arrivare fino all’intolleranza, all’odio e alle guerre. Un approccio diverso, massonico, al pavimento a scacchi comporta che ciò che è nero e negativo possa essere visto come bianco e positivo, così che ogni elemento del binario, cioè ogni piastrella, racchiuda il suo contrario, come nel simbolo dello Yin/Yang. L’opposizione è pertanto un presupposto del divenire perché i contrari possono sempre sostituirsi gli uni agli altri sulla base di una riconciliazione superiore che è quello dell’Essere Supremo.
In questo modo il passaggio o i passaggi dell’anima dalla morte alla vita, alla ricerca della perfezione e dell’affinamento spirituale, evocano il rapporto tra temporaneità ed eternità, dunque il motivo centrale dell’iniziazione; la vittoria sulla morte materiale e la congiunta esperienza dell’eterno.
Che tutto nasce, si trasforma e muore, ce lo mostra quotidianamente l’esistenza terrena; invece l’eternità dobbiamo cercarla innanzitutto dentro di noi, attraverso il cammino iniziatico intrapreso, alla scoperta del nostro vero io.
Su questi presupposti il Massone, in particolare l’Apprendista Massone, guidato dall’amore fraterno e dalle tre Luci di Loggia, deve perseguire senza timore il percorso iniziatico intrapreso; la consapevolezza che l’altro è simile a lui rende possibile una visione relativa del bene e del male, necessaria per superare la dualità apparente degli opposti e per avvicinarsi alla Verità, inizio e fine di tutte le cose.
Per questo il pavimento a scacchi in definitiva rappresenta l’ordine da cui l’esistenza è regolata, indicandoci che non siamo sopraffatti dal caos.
Ognuno di noi cammina quotidianamente sul pavimento a scacchi della propria vita, improntando il proprio cammino alla ricerca continua della propria essenza, del proprio io, donando un senso alto e profondo alla propria esistenza.
Se il pavimento a scacchi rappresenta il cosmo, simboleggia anche il nostro microcosmo interiore, verso cui tendiamo alla ricerca di noi stessi, per salire nel nostro cammino di perfezionamento spirituale.
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