Il destino come scelta

Il Destino come scelta

Da sempre uno dei più grandi interrogativi dell’uomo è dare una risposta chiara e sicura a quale sia il bersaglio finale della vita, ovvero il perché di essa: se la vita abbia un senso di per sé o se acquisisca un senso una volta scoperto ciò che c’è dopo di essa.

Milioni di domande, milioni di risposte.

Non una di esse per la verità certe.

Questa cascata di quesiti e di dubbi, anche se non hanno dato una risposta precisa, tuttavia hanno sicuramente fatto dell’uomo un ricercatore.

Del resto la ricerca di per sé può essere più importante della stessa scoperta, infatti ricercare significa “tracciare un percorso verso”, vuol dire disegnare una strada e istituire una metodologia; al di fuori della quale non esiste oggettivamente nessuna possibilità di vedere il volto di un risultato finale qualunque esso sia.

Ecco che appare molto chiaro che, di per sé, l’uomo ha la necessità di razionalizzare un percorso che porti a conquiste e scoperte oggettivamente valide per tutti.

Si potrebbe dire che questa via da tracciare, questa strada da percorrere è la strada che porta l’uomo a realizzare il perfezionamento di sé, ad ogni livello.

Ora, noi cari Fratelli conosciamo il landmarks e le finalità peculiari della nostra Istituzione.

La massoneria è l’unica via tracciata verso il miglioramento di sé e dell’umanità, affinché alla fine di essa si scorga la luce della verità.

E’ quindi il destino dell’uomo il bersaglio più importante, il fine per cui l’uomo è chiamato a distinguersi intellettualmente nell’Universo Naturale, dentro al quale si nasconde la Regola Universale del Logos Eterno, la norma sulla quale si fonda la Tavola del Grande Architetto dell’Universo.

Nel 1750 la Costituzione preliminare della Gran Loggia Nazionale napoletana, si espresse, tra l’altro, come segue: “Tutti coloro che sono stati ricevuti nell’Ordine, sono tenuti a promettere che per l’Avvenire anteporranno il piacere di sapere al desiderio di risplendere …”.

Il Gran Oriente d’Italia in una riunione del Consiglio Regionale Settentrionale Napoleonico, 1806, disse: “La Massoneria ha per fine il perfezionamento degli uomini col mezzo del percorrere la libera strada alla verità …”.

Nei “dodici punti” adottati dalla Gran Loggia Nazionale di Francia e similmente dalla Gran Loggia di Spagna negli anni ’60 al 3° e 4° punto si legge:

3° – “La Massoneria è un ordine a cui possono appartenere soltanto uomini liberi e che insegnino la libertà …”.

4° – “La Massoneria ha per obiettivo il perfezionamento morale dell’umanità intera, attraverso la libertà …”.

Allora, cari Fratelli, sembra che sia chiaro che da un lato uno degli scopi principali dell’uomo sia il proprio miglioramento, e dall’altro questo miglioramento lo si possa raggiungere soltanto attraverso la metodologia della libera ricerca massonica: l’unica via che attraversa la luce del libero arbitrio ha la possibilità di ottenere la consapevolezza della conoscenza.

La Massoneria indica che il destino dell’uomo è tendere a realizzare la perfezione interiore e che questo può essere realizzato esclusivamente da uomini liberi e di buoni costumi.

Questo migliorarsi che è divenuto il destino dell’uomo sarà inevitabilmente il miglioramento qualitativo e non quantitativo, che la scelta del massone rende possibile trasformando l’ideale dell’utopia in concreta ideologia della vita morale.

In questa mia Tavola non si parla di escalation economica, di potere, o di livello sociale; il nostro discorso ruota d’intorno ai contenuti, a quelle qualità dell’uomo, che gli permettono di definirsi tale e che gli danno la forza di autodeterminarsi.

Si può assolutamente escludere che il destino dell’uomo, il fine ultimo che da un senso al suo esistere, sia quello del ledonismo del vivere quotidiano.

Se fosse così egli non sarebbe diverso da qualsiasi altra parte piccola o grande del mondo della natura che soggiace armonicamente, ma tuttavia passivamente, al percorso dell’evoluzione della vita.

La verità è che l’uomo, contenendo dentro di sé le motivazioni microcosmiche del macrocosmo cui appartiene, ha la oggettiva possibilità, il diritto intellettuale, di operare delle scelte.

E’ appunto nell’ambito di questa possibilità che l’uomo si può distinguere come essere consapevolmente “libero e di buoni costumi”, oppure come un essere che, pur avendo dentro di sé il diritto a compiere il percorso naturale non ha la capacità di operare scelte morali di spessore universale.

E’ inevitabile a questo punto notare la coincidenza tra il cosiddetto destino dell’uomo (Uomo con la U maiuscola) e la metodologia massonica: ed è altrettanto inevitabile la conclusione che l’unico destino dell’uomo è la scelta della Massoneria.

Questo non è da intendersi come una cieca casualità, come la mano dogmatica di una divinità che ti rinchiude dentro un contenitore obbligato che è la tua vita, il destino va inteso come un progetto e io suo bersaglio finale è la realizzazione di esso.

Il destino è una strada verso il raggiungimento del solo scopo che l’uomo liberamente e autonomamente ha deciso di dare alla propria vita.

Il destino è una scelta.

Fr:.

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